sabato 19 marzo 2011
Banane: talora buccia involontaria, e scivolone perdonabile. "Il Riformista" per esempio (16/3, p. 3) ricorda «l'ex cappellano di Montecitorio, mons. Domenico Fisichella», che però si chiama "Rino". Diverso se la buccia è cercata e trovata per colpevole presunzione e pregiudizio. Su "Libero" per esempio, stesso giorno " p. 11: «Le catastrofi non sono punizioni celesti. Se Dio esiste non perde tempo con noi» " Nicholas Farrell ironizza su Dio e sulla Madonna. Secondo lui dopo il disastro giapponese «i preti si sono mossi a parlare dell'Apocalisse» e «a Medjugorje la Madre di Cristo» dice «Cari figli, pregate, pregate, siamo alla frutta, convertitevi»! Ride, lui, con questa "moderata" conclusione: «Dio, se c'è, se ne frega di noi"E quel terremoto ne è la prova». Poi ci sono le banane con buccia e scivoloni voluti entrambi con determinazione, perché nati da pregiudizio tenacemente coltivato. Ecco così il solito Augias ("Repubblica, 16/3, p. 34) che " ormai suo vizio perenne " comincia mettendo subito avanti la sua conclusione universale: «Sui misteri della fede religiosa è inutile indagare con gli strumenti della ragione»! Al solito: ragione e religione in necessario conflitto. Lui ovviamente riserva a sé il ruolo esclusivo della ragione, e scrive spesso che ogni religione è solo una caterva di infantili superstizioni e irrazionale inganno di potere. Dalla cattedra plurima " "Repubblica", "Il Venerdì", "L'Espresso", "Le Storie" " un calcio a tutte le religioni. Capita che uno pensi intelligente solo chi gli dà sempre ragione: non fosse ateo si firmerebbe "dio"!
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