sabato 23 aprile 2011
Banalità. Del male? No: qui non penso ad Hannah Arendt" È banalità di un giornale. Ieri, "Libero" (p. 16), due colonne di Nicholas Farrell colgono l'occasione del Papa in tv su Raiuno per una "provocazione": «Caro Benedetto, le mie dieci domande da ateo». Inizio con correzione: «Da agnostico devoto, sposato con una cattolica incallita"». Seguono le domande, ove trovi la quintessenza della banalità, infarinatura primitiva di luoghi comuni da "barbiere" su Gesù, la libertà, la preghiera, con espressioni come " e chiedo scusa " «Dio, di noi se ne frega», e «Lei, Benedetto, è un cannibale come lo è ogni cattolico" Alla messa mangiate il corpo del Cristo» perché «dopo l'incenso e il campanello (Sic! antichi ricordi infantili come fantasmi, ndr) e tutto il resto il pane diventa realmente il corpo del Cristo»! Altro? Sì: Se «Dio sa tutto" perché non posso confessarmi direttamente davanti» (a Lui)? Dove vanno, dopo la morte, gli anglicani? E i musulmani e" i sikh? Solo i cattolici vanno in paradiso?» E via giù, ovviamente fino ai «preti pedofili a gogò» letti «sui giornali» e a domanda finale: «Sono un figlio di Satana?» Che dire? A parte l'ultima domanda, che potrebbe meritare risposta umoristica e piccante, un paio di cosette. La prima viene proprio da un piccolo brano delle risposte del Papa ieri in Tv: Gesù «non ci dà la sua carne da mangiare nel senso della biologia, ma ci dà se stesso!» La seconda? Proprio nella stessa pagina di "Libero", trovi un titolo che parlando di cose molto serie evoca «una chitarra rotta». Pare una foto della provocazione lì accanto. Buona Pasqua a tutti, Farrell compreso!
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