venerdì 1 novembre 2013
In pagina balle come “bolle” di sapone. Ieri diluvio sulle “intercettazioni” delle telefonate di papa Francesco, «prima e dopo il Conclave». Pare per fortuna che nessuno abbia aggiunto «durante il Conclave», ove l'impossibilità di ascolto improprio è assicurata. Perfetto, ma perfino superfluo dunque quel «Vaticano spiato? Non ci risulta, né ci preoccupa» (padre Lombardi qui ieri, in prima e a p. 16, curiosamente ignorato dalla rassegna stampa del ministero dell'Interno e da quella della Camera dei deputati). Inutile anche la smentita secca della Nsa americana (”Corsera”, “Il Fatto”, “Giornale”, “Messaggero”) e via chiacchierando al venticello di redazione. Vedremo, oggi e poi, che la solfa non si placherà facilmente. E già: basta una riga di rivista ed è diluvio di bolle di sapone. Non quelle colorate e festose viste sabato e domenica in piazza San Pietro. No: grigie e imposte dalla “meraviglia”, che non è più “il fin” dei poeti del XVII secolo, ma dei giornali di oggi. Altre “bolle”? A volontà, come spesso ormai. Grossa per esempio quella del titolo di “Libero” (27/10, pp. 1 e 19): «Papa Francesco pentito dell'intervista a Scalfari». Va detto che l'articolo, pur con qualche eccesso di benevolenza verso certi fondamentalisti nostalgici che vedono in Francesco crollare le loro pretese di essere gli “unici cattolici fedeli”, non è sfacciato come il titolo, ma in tema di “coscienza” e “libertà vera” andrebbe discusso e approfondito tenendo conto non solo della storia del pensiero cristiano e cattolico (da san Paolo a Tommaso, Newman ecc.), ma anche del Concilio: «La coscienza è il nucleo più segreto e il sacrario dell'uomo, dove egli si trova solo con Dio, la cui voce risuona nell'intimità propria» (GS n. 16, e la nota cita Pio XII, non certo un sovversivo, vero?). Certi “ideologi” nostalgici di “sacralità” e “distanza” della Chiesa e (a modo loro) della fede, se in buona fede, avrebbero da riflettere…
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