sabato 21 ottobre 2017
Spropositi più o meno illustri, veri boomerang professionali. Ieri per esempio (“Il Fatto”, p. 20) trovi uno scritto di Paolo Isotta, grande musicologo, con questo titolo: «La stretta parentela tra Lutero e Hitler». Parte dal Lucrezio del De Rerum Natura per arrivare alla fine a una affermazione di quasi «identità tra nazismo e luteranesimo». Un discorso azzardato in 4 colonnine del “Fatto”, pur mettendoci dentro una spruzzatina di Giordano Bruno, di «Symbolum nicaenum (il Credo)» e di Hegel e Nietzsche. Giacché c'era, il nostro, poteva metterci anche Voltaire, che per il suo antisemitismo non teme rivali. Il brodo bolle in pentola, ma qui salta il coperchio della serietà. Peggio che peggio, però, una tirata sul “Tempo” con vari bersagli ecclesiastici, ove con lo scopo di parlar male della Chiesa cattolica di oggi Alessandro Meluzzi, di professione psichiatra, ipotizza la profezia di una novità minacciosa: sarebbe imminente un incarico nuovo come «Vicario del Papa per la Diocesi di Roma»! A parte la superficialità del pretesto e la rozzezza del testo, la cosa mostra che l'Autore ignora che da parecchi mesi papa Francesco il suo nuovo vicario se lo è già scelto, nominato e consacrato vescovo. “Il Tempo” di una volta – con direttore illustre, con firma importante (padre Virginio Rotondi) e, per un po' giornale anche di colui che dirige le pagine dove sto scrivendo – aveva altra dirittura e accuratezza professionale anche quando si poteva dissentire. Padre Rotondi era severo con chi di Papa e Chiesa diceva cose non rispettose, pur nella dialettica che allora era anche forte, e che ricordo di persona. Quando il “Tempo” si riduce alle tirate di certi signori, appare un mercatino di notizie all'accatto comunque, pur di sparlare anche e soprattutto della realtà ecclesiale “francescana”. Scelte libere, ovviamente, ma anche, giorno dopo giorno, un'impresa di autodemolizione professionale.
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