mercoledì 12 giugno 2013
Ieri, "Corsera" (p. 1), «Noi, la famiglia con sedici figli»: foto, 13 righe e seguito a p. 28, 5 colonne e altra foto. Titolo: «In attesa del sedicesimo figlio: La spesa? Solo offerte speciali». Paolo Conti racconta ammirato il presente a Catanzaro di Aurelio e Rita Anania, 15 figli a vista e uno in grembo a Rita: 2.200 euro al mese, 4 litri di latte e quasi 4 chili di pane al giorno, con questa conclusione: «... nessuno soffre mancanza di spazio in quei 110 metri di casa». L'ultima battuta di papà Aurelio, in attesa della piccola Paola, riguarda l'eternità: «Mi basterebbe la certezza che per noi ci fosse la stessa superficie in Paradiso». Esplicitamente: vita vissuta nella fede e nell'esperienza di Chiesa… Leggi e sei più felice, non solo per loro. Pur senza illusioni, un bel respiro. E mi viene spontaneo ripensare a una singolare riflessione di Vincenzo Vitiello ("Unità", 10/6, p. 15): «Se "libera Chiesa in libero Stato" non basta più». Ha visto con piacere l'incontro di Papa Francesco con il Presidente della Repubblica e lo ha impressionato la «presenza di Emma Bonino… volto sorridente, passo spedito… col rispetto che si deve a una persona eminente, ma nell'eguaglianza di una comune umanità… ». Lui ne ricava l'auspicio finale: si superino tutte le distanze e differenze tra religioni, tra credenti e non credenti e arrivi – testuale – «un cristianesimo che non è dottrina, ma testimonianza. Memore delle parole di Paolo: "La speranza che vede non è speranza"». Che dire? Che Paolo (Rom. 8, 24) ha scritto «La speranza che si vede (sic: "blepomène") non è speranza», e la differenza è chiara. Ma soprattutto che «testimonianza» deve avere un contenuto. A Malpelo pare che la famiglia Anania sia davvero testimone di fede: vita terrena e insieme vita eterna.
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