giovedì 1 aprile 2004
«Al lupo! al lupo!». Chi non lo ricorda? Da oggi in edicola un nuovo giornale, «L'indipendente» - auguri! - che per programma vuole parlare «alla destra dell'intelligenza, e non delle viscere». A destra ci sono anche le viscere? Sicuro! Ma sono diffuse ben oltre. Martedì il direttore dell'«Unità» Furio Colombo, faceva una tirata senza freni contro «The passion» di Gibson, per dire che non gli è piaciuto. Da quanto letto non piacerà a tanti, Malpelo compreso. Ma, ed ecco le viscere, nel pezzo le definizioni si sprecano: sette volte «pornografico», tre volte «sadico», poi «barbaro», «blasfemo», e infine «antisemita», accusa rafforzata dichiarando che lo è, antisemita, più del film nazista «Suess l'ebreo», che fu «voluto da Goebbels» in persona. Forse è un po' troppo - come notava ieri «Il riformista» - e certo è molto soggettivo, al punto da apparire tremendamente «viscerale». Certe accuse, ripetute a oltranza, a 360 gradi, come «al lupo! al lupo», diventano ridicole. Leggo ieri sul «Mattino», ad esempio, che anche il grande Edgar Morin viene accusato oggi di antisemitismo. Chi lo conosce anche un pochino avrà solo da ridere... Tornando a Gibson e all'«Unità», lunedì Alberto Crespi, non viscerale, ma certo molto soggettivo, è esaltante in contrapposizione: «Pasolini, la vera passione»! Se Crespi permette, la «vera passione» in tanti la cerchiamo, e la troviamo, nei Vangeli. Chi li conosce per niente, o poco, e lo dimostra scrivendo, provvederà come crede.
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