venerdì 21 aprile 2006
Sarà per la Pasqua appena passata, sarà per l"aria di festa che si respira, il pensiero dominante in questi giorni va ai dolci. C"è anche un fatto: molti hanno fatto il fioretto dei dolci. E il fioretto è una cosa seria: significa rinunciare a qualcosa cui si tiene molto per fare memoria di chi ha rinunciato a tutto, per noi. Ma ora che i dolci sono stati sdoganati con la festa della Resurrezione, il problema è tenersi.Io so che i dietologi non amano molto i dolci e neppure vogliono sentire parlare dell"aperitivo. Nell"economia di un pasto normale il dolce apporta un eccesso di calorie, ma dal punto di vista psicologico vale. Come la mettiamo?C"è poi un elemento deleterio che voglio stigmatizzare e che crea disagio quando si va al ristorante. Ed è il dolce con la frutta spadellata. Ormai è diventato un vezzo per più di uno chef: frutta spadellata e caramellata sul gelato, frutta spadellata come farcia di una pasta. Che dire? O la frutta o il dolce. Anche perché molto spesso, almeno per il sottoscritto, la frutta con la pasta frolla calda crea qualche problema di digestione. Eppure la Tarte Tatin è ormai diventato un dessert inflazionato quanto la panna cotta. Col risultato che anziché sentire il sollievo di un dolce che ti porta il pranzo in crescendo, ti appesantisci, con riflessi sulla digestione. Accanto a questo malvezzo c"è poi l"insistenza di tanti ristoratori di accompagnare il suddetto dessert con un calice di vino passito, dopo la piccola pasticceria. Ma non sarebbe più salutare proporre un dolce rinfrescante, una teoria di frutta fresca ben presentata, una scelta di creme (uova più uova però diventa troppo) oppure riabilitare il cioccolato che, a detta dei medici, farebbe anche bene al cuore? E come vino? Un Moscato d"Asti o, se siete in Emilia Romagna, un"Albana, mentre in Veneto un Fior d"Arancio. W La fragranza, abbasso la pesantezza!
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: