Approdo robusto per la fragilità del piccolo Davide
martedì 11 aprile 2017
Una bella notizia: Alberto, il ragazzino di 16 anni per il quale era stato lanciato un appello a luglio, ha finalmente trovato una mamma e un papà affidatari e da poco più di un mese ha lasciato la comunità per entrare in una stupenda famiglia. A darne notizia sono i responsabili della Fondazione L'albero della vita Onlus che chiedono adesso una mano anche per il piccolo Davide, 6 anni, che frequenta la prima elementare ed è in comunità da 4 anni. È un bambino esile, dallo sguardo profondo e, nonostante la tenera età, ha un passato già pesante alle spalle. La madre di Davide ha disturbi psichiatrici e nel tempo ha esposto i figli ad un ambiente difficile, caratterizzato da aggressività e promiscuità.
Davide, inserito in comunità, mostrava una grandissima sofferenza: ogni tanto si chiudeva in se stesso, nel suo mondo, risultando impenetrabile. Difficile la sua relazione con i pari e gli adulti: spesso alla minima frustrazione reagiva con calci, pugni e graffi per poi ricercare invece la vicinanza degli educatori, soprattutto a livello fisico "arrampicandosi" su di loro, per essere abbracciato e accolto. Con il tempo Davide ha mostrato grandi miglioramenti rispetto ai primi tempi in cui è stato inserito in comunità: risultava più calmo, più desideroso di relazionarsi con gli altri bambini, giocare con loro. Aveva meno reazioni aggressive e dimostrava di volersi affidare. Tuttavia, purtroppo nel tempo, questi progressi sono stati annullati da una serie di vicende familiari.
A scuola l'inserimento in prima elementare è stato molto difficile a causa dell'incapacità degli insegnanti di gestire la sua aggressività, le fughe dall'aula... le arrampicate sui mobili.
E' comunque un bambino molto intelligente, con un linguaggio ricco e articolato.
Davide è un bambino che ha bisogno di due genitori affidatari coraggiosi, che gli possano restituire la sua posizione di bambino, aiutandolo nella regolazione delle emozioni così difficoltosa. Ha solo 6 anni e secondo gli educatori che lo hanno conosciuto, avrebbe molto da dare.
Si cerca per lui una coppia senza figli (o con figli grandi ), preferibilmente nel territorio lombardo, che – consapevole delle sue fatiche – abbia voglia di investire per dargli quella possibilità di vita che certo si merita. Con l'inizio dell'affido gli incontri con la famiglia d'origine saranno monitorati una volta al mese.

Info: Progetto affido, Fondazione L'Albero della Vita, tel.: 331.3316525; email: affido@alberodellavita.org

Lucky e la fabbrica di fiammiferi
Lucky Mahanandia è una bambina di 8 anni, che vive nello stato dell'Orissa, uno dei più poveri dell'India, e appartiene a una famiglia indigente. Abita con i genitori, la nonna, il fratello minore Shakti che frequenta la scuola materna e la sorella Karsina, di due anni e mezzo, nel villaggio rurale di Talpadar, in una casa di fango e paglia, priva di servizi igienici e di acqua corrente. Entrambi i genitori svolgono lavori manuali a giornata per una paga modesta, nel loro villaggio o in altri lontani. Con i magri guadagni non riescono a far fronte alle necessità della famiglia. A causa della loro condizione ricevono alcuni sacchi di riso all'anno grazie a un programma governativo per le famiglie più povere. In questa zona vivono circa 35mila bambini vulnerabili e a rischio di abbandono e per loro l'istruzione è un miraggio. Lucky frequenta la terza classe e vorrebbe continuare ad andare a scuola. Un sostegno a distanza rappresenterebbe l'unica via per restare lontana da un impiego stagionale nell'industria per la produzione dei mattoni o dei fiammiferi.
Info: Ciai, tel.: 02.84844423; pamela.vercelli@ciai.it
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