sabato 23 giugno 2007
La censura preventiva? Nemici giurati, da sempre e per sempre! In pagina sono tanti e lo scrivono baldanzosi. Se p. es. si esprime l'idea di non mandare in tv un filmato fasullo e calunnioso sulla pedofilia del clero, strillano no alla censura preventiva, anche se quel filmato è già visibile da più di un anno ed è stato visto da milioni di persone. Sempre "preventiva", è! E loro amano la cultura, senza prevenzioni di sorta. Prima bisogna vederle, le cose! Con un ma. Per l'approvazione vale la stessa prudenza? Macché! Basta sapere che ci siano, magari per sentito dire, certi contenuti e l'applauso preventivo è assicurato comunque. Si parla di un "Messiah game", balletto molto crudo e provocatorio a Venezia? Si parla di una Mostra a Bologna dove in scena, una strana scena, è persino la Madonna? Si parla di una versione del "Candide" opportunamente aggiustato perché punga anche qualche papa, magari polacco? Senza averli visti giù applausi. «Quel balletto non si tocca» ("Repubblica", 21/6, p. 49), e «le rispettabili lacrime di esecrazione» per una «Madonna di dubbio gusto», segno di «suscettibilità confessionale» fuori tempo e fuori luogo «in questo momento storico e in questo paese», vanno respinte al mittente ("Repubblica", 21/6, p. 22). E quel "Candide", suvvia, è stato reso del tutto «potabile», va visto prima e «se si discute dopo è meglio» ("La Stampa", 21/6, p. 50). Insomma, applausi preventivi assicurati comunque, purché l'oggetto sia del genere "trasgressivo" e punti al graffio dritto su Chiesa, Papi e cattolici. Ovvio: in nome della libertà di cultura, che è "cosa loro".
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