domenica 1 marzo 2020
Bù! Ai bambini piace che mamma e papà facciano loro spavento. Hanno un sobbalzo e sorridono. È uno spavento controllato, sotto lo sguardo dei genitori che, il bambino lo sa perfettamente, non gli possono fare del male. È uno spavento finto che serve ad affrontare i futuri spaventi veri. È una sorta di vaccino che rende il futuro uomo capace di non farsi travolgere dalla paura, quando gli si presenterà davanti pronta a divorargli il cuore, ma di riconoscerne le cause e affrontarle.
I genitori scherzano. Ma alcuni fanno sul serio e godono nel provocare paura, panico, terrore. Perché lo fanno? Un po' perché gli piace. Provano piacere nello spavento altrui. E un po' perché impaurire la gente è la migliore premessa per poterla controllare. Chi ha paura diventa insicuro e tende più facilmente ad affidarsi a chi invece si presenta come "il padrone della paura", colui che può somministrare il balsamo calmante: una formula magica, un oggetto da possedere, una fede – religiosa o laica – a buon mercato.
Chi oggi grida all'Apocalisse prossima, imminente, anzi già cominciata appartiene a questa seconda categoria di figuri. Non occorre possedere particolari talenti per individuare i "segni" della fine del mondo: ogni epoca ne fornisce con generosità, basta scartare i segnali di speranza e isolare le catastrofi, reali o presunte.
Apocalisse è parolina, dunque, quando significa correttamente "Rivelazione" e si riferisce a un preciso genere letterario delle Scritture; ma è parolaccia quando viene brandita dai profeticchi di sventura ed è usata per annunciare l'imminente fine del mondo. Adesso, a costoro, fa gioco il coronavirus, un'influenza appena un poco più intraprendente di quelle stagionali; magari anche le locuste in Kenya; conflitti e terrorismo, vulcani e terremoti. Ci aggiungiamo qualche sedicente apparizione e la miscela esplosiva è pronta; e una folla che ci casca, perché priva di anticorpi, la trovi sempre: uomini e donne a cui mamma e papà non hanno mai fatto "bù".
Affinché la manipolazione apocalittica funzioni, occorre che la folla ignori la storia. Niente di più semplice, perché la stragrande maggioranza degli italiani non ha memoria. Eppure basterebbero alcune pagine del sussidiario delle elementari, o un documentario di Rai Storia, assieme alla capacità di "viaggiare nel tempo" e immaginarsi lì. Lì, in mezzo all'infuriare dell'influenza spagnola, che tra il 1918 e il 1920 infetta tutto il mondo, giungendo perfino alle isole del Pacifico e all'Artico, contagiando mezzo miliardo di persone e provocando un numero imprecisato di morti, non meno di 50 milioni, forse perfino 100, più della Prima guerra mondiale. Cinque anni di guerra, fame, rivoluzioni, scioperi, terremoti, la pandemia... l'Apocalisse! E che dire della peste che travolge l'Europa nel XIV e nel XVII secolo, narrata da Boccaccio e da Manzoni, abbinata a invasioni e guerre di religione, al sacco di Roma a opera dei protestanti lanzichenecchi... l'Apocalisse! I mongoli fecero strage in Oriente durante le loro guerre di conquista. Per molti era la fine del mondo.
E gli amerindi nel XVI secolo? Gli spagnoli portano morbillo, vaiolo e altre malattie letali che eliminano fino al 90% della popolazione: per loro fu l'Apocalisse. Apocalittico fu Napoleone, che per vent'anni devastò l'Europa, "rubò" il Papa, violò chiese e conventi e al quale, nel 1816, seguì "l'anno senza estate", con carestia e morti di fame a terrorizzare le genti italiche: Apocalisse!
Smascheriamo i profeticchi. Proteggiamo i nostri cuori né le nostre menti da chi costruisce la propria fama e il proprio potere sulla paura. Chi ci terrorizza non ci vuole bene.
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