mercoledì 7 settembre 2022
Oggi il mio matrimonio compie quarantadue anni. Non amo fare bilanci, amarcord e neppure progetti per un futuro che mi auguro ancora lungo. Fa impressione considerare quanta storia si è vissuta insieme, quello che abbiamo generato (in primis, tre figli) e quanto bene abbiamo ricevuto dagli amici che ci hanno accompagnato in questo tempo. Ma quello che impressiona di più non è il film del passato, è lo stupore perché le nostre evidenti diversità e fragilità non sono diventate obiezione alla reciproca accoglienza, che è qualcosa di molto complicato perché richiede anzitutto la capacità di sapersi perdonare. Una capacità che da soli non siamo capaci di generare, possiamo soltanto continuare a domandarla e ringraziare Chi continuamente ce la dona, perché è la vera garanzia per poter ripartire ogni giorno. Rainer Maria Rilke ci regala queste parole che descrivono in maniera esemplare l'avventura del matrimonio: «Questo è il paradosso dell'amore fra l'uomo e la donna: due infiniti si incontrano con due limiti; due bisogni infiniti di essere amati si incontrano con due fragili e limitate capacità di amare. E solo nell'orizzonte di un amore più grande non si consumano nella pretesa e non si rassegnano, ma camminano insieme verso una pienezza della quale l'altro è segno».
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