giovedì 16 ottobre 2003
Oggi 25 anni di Giovanni Paolo II Papa. Qui con umorismo e senza disprezzo penso ai più che 30 anni di un altro "pontificato": sulla "cattedra di Hans". Il teologo Hans Küng, assiso ieri sulla prima pagina del "Corsera", chiede con forza che "La Chiesa torni al Vangelo"! Per lui oggi è "ossificata e ammalata di vecchiaia". "Il mio pensiero non è cambiato", afferma. Vero. Dal 1970 ripete che oggi c'è una "grave stagnazione ecumenica"la credibilità della Chiesa cattolica è scesa al minimo", vige "un sistema rigido e centralistico "che uccide ogni vita dentro la Chiesa", la quale "sotto Giovanni Paolo II è tornata ad essere una galera medievale di minorenni "che devono solo obbedire, pregare, pagare e soffrire". Così: "per la Chiesa cattolica questo pontificato si è dimostrato un disastro". Unica concessione magnanima: "per quanto riguarda la politica estera il Papa si è schierato su posizioni che sono anche le mie". Poi la ricetta: "La riforma necessaria dovrebbe andare alle radici, alla Chiesa del Nuovo Testamento". Altrimenti? Altrimenti è finita: "La Chiesa sta perdendo il suo popolo". Caspita! Leggi, e pensi. Primo: Küng, utile a molti fino al libro sull'infallibilità, da allora si è fissato, e con la scusa della lotta contro il centralismo clericale romano è ipercentralista, clericalissimo e romanocentrico, perché quando parla di Chiesa riduce tutto solo a Papa e Curia romana. Il resto non esiste e non vale niente. Secondo: proprio ieri da Berlino l'Ansa (h. 03,20) riporta il pensiero del capo della Chiesa evangelica tedesca, Manfred Kock, che elogia "l'impegno ecumenico" di Giovanni Paolo II. Prof. Kueng, si conceda il lusso di qualche dubbio! Uno ogni 33 anni non pare poi troppo"
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