domenica 18 febbraio 2018
Una casa per papà separati e giovani soli ed isolati, che finiscono per strada, senza un tetto o un posto in cui dormire. Qualcosa di più che dare una stanza. È la Casa famiglia "Don Tonino Bello", della Comunità Migrantesliberi, inaugurata nei giorni scorsi dal vescovo di Andria, monsignor Luigi Mansi. Il nome non è a casuale. Quest'anno ricorre il 25° anniversario della morte di don Tonino Bello, che ci ricordava come «per acquistare credibilità, dovremmo dare prova autentica e generosa di voler stare dalla parte dei poveri, senza demagogia e senza esclusioni».
«Un'iniziativa – spiega il presidente della Comunità Migrantesliberi, don Geremia Acri – che nasce dall'insorgenza di una nuova necessità sociale: lo stato di difficoltà e abbandono di uomini separati e di tanti giovani. Vogliamo offrire percorsi umani e spirituali, con figure professionali idonee per un reinserimento sociale, per migliorare la propria esistenza e promuovere il rispetto delle regole per la comune e civile convivenza. Non la soluzione al disagio dell'abbandono e dell'esclusione, ma un segno di prossimità, che si distingue dalla crescente indifferenza sociale di questo tempo».
La Casa don Tonino Bello è un nuovo tassello che si aggiunge alle diverse realtà presenti in diocesi della Migrantesliberi per sostenere chi è in difficoltà: Casa Si.Lo.È, Casa San Vincenzo de' Paoli, Casa Zoè, , Casa Ricominciamo, Casa Domus Aurea, Casa Chiara Lubich, Casa Onesti.
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