Anche in docufilm Sanremo è “liquido”
mercoledì 12 aprile 2023
Annunciato come «un docufilm che racconta le emozioni più segrete e inedite del Festival di Sanremo, quelle che si scatenano dietro le quinte dello spettacolo», Sanremo 2023 - Tra palco e realtà, in onda lunedì in prima serata su Rai 1, è apparso più come un riassunto dell’ultima edizione che non qualcosa di veramente nuovo, a parte un po’ di backstage con personaggi più in posa che altro. Si è capito comunque che dietro al palco dell’Ariston c’è sempre una grande confusione dovuta alla presenza di un numero impressionante di persone tra artisti, autori, tecnici, truccatori… Per il resto il docufilm, ideato da Stefano Corsi e Leonardo Lo Frano (che firma anche la regia), ha indirettamente confermato che il Festival di Sanremo è un prodotto concepito per la televisione, con un impegno senza pari da parte della Rai per farlo diventare addirittura l’evento nazionale dell’anno, piegando tutto alla causa, persino il Tg1 delle 20.00 che nei giorni dell’ultima edizione ha alternato le notizie di una catastrofe immane come il terremoto in Siria e Turchia con i collegamenti dall’Ariston. Per non parlare dei talk show mattutini, pomeridiani, serali e notturni tutti e solo su Sanremo. Oltre a questo, anche se nel docufilm c’è poca traccia, il Festival è diventato un calderone in cui tutti dicono la loro su una serie di problemi etici o di morale che con la musica non c’entrano nulla, dove prevalgano messaggi unidirezionali che potremmo riassumere nell’esaltazione dell’individualismo. Nella maggior parte degli interventi dei predicatori di turno (conduttore, co-conduttrici, cantanti, ospiti…) prevale l’idea che ognuno ha diritto di essere e di fare ciò che vuole, che la libertà sia non avere limiti. In questo senso Sanremo è realmente lo specchio di un Paese in cui è rimasto poco di solido, in cui, per dirla con il sociologo, tutto è liquido. © riproduzione riservata
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