domenica 20 febbraio 2011
L'ateismo ovvero «il rapporto di uno scienziato rispetto al variegato mondo delle credenze» (Repubblica, martedì 15) ha un po' caratterizzato la scorsa settimana. Su L'Espresso (del 17 febbraio) Piergiorgio Odifreddi, il «matematico ateo» come lui si autodefinisce, polemizza con il cardinale Ravasi che, in una precedente intervista al medesimo settimanale, aveva parlato di un «ateismo provocatorio». Questo concetto piace a Odifreddi, che, nel suo rigore, tenta di distinguersi da quegli atei che «non lo sono per niente e servono da utile copertura laicista nei dibattiti tra coloro che credono apertamente e coloro che credono nascostament» e fa alcuni nomi (che, per rispetto, non citerò). Sta di fatto che " come qui tempo fa si è già ricordato " per autodefinirsi tali, gli atei devono in qualche modo presupporre l'esistenza di Dio, senza il cui Nome non potrebbero farlo. Insomma, sono "teodipendenti". Non basta: il nostro matematico si fa forza dell'ateismo di Einstein, che, pur da ebreo e con molte contraddizioni in materia, non si dichiarava ateo né teista e neppure agnostico, ma, come ricorda lo stesso Odifreddi, scriveva: «Le idee più belle della scienza nascono da un profondo sentimento religioso. Io credo che questo tipo di religiosità [...] sia l'unica esperienza religiosa creativa della nostra epoca». Al che si può aggiungere, sempre di Einstein: «Se qualcosa in me può essere chiamato religioso è la mia sconfinata ammirazione per la struttura del mondo che la scienza ha fin qui potuto rivelare». Forse anche il grande fisico era solo una «copertura laicista». A proposito del «multiverso», cioè della «possibile molteplicità dell'universo» e della possibilità di vita, magari dei marziani, un altro ateo, l'«astronomo reale di Cambridge, Martin Rees» dice a Repubblica (martedì 15): «Non possiamo escludere a priori forme di vita e di intelligenza extraterrestri, così come non possiamo escludere che vi sia stato più di un big bang». Può escludere a priori, però, che esista Dio. E, per finire,: le ultime pagine di Io Donna, il "magazine" femminile del Corriere della sera sono dedicate all'astrologia.- Anche i "laici", come gli atei, hanno una loro escatologia.

SAPIENZA DI MADRE
«La pillola dimenticata» è il titolo dell'inserto R2 di Repubblica (venerdì 18), in cui si lamenta il non uso della contraccezione in Italia e Natalia Aspesi, esperta in questioni di cuore e di sesso (le due cose spesso non coincidono), auspica «quella propaganda anticoncezionale che da noi non esiste». Perché, «se non sei una mamma sapiente e preveggente che porta le sue piccine dal ginecologo a 13 anni perché spieghino loro la rava e la fava [espressione lombarda che significa "per filo e per segno" ("la rava" è la rapa)], te le trovi gravide in un baleno». Se tale è la "sapienza" della madre (e della Aspesi) questo è l'esito garantito.

FUOCO!
Da Libero (domenica 13) una riflessione con la firma di Giampaolo Pansa: «La sinistra invita all'odio, ma anche Silvio esagera. Avanti così e finiremo nell'abisso. Non ci resta che sparare». Fuoco! Firmato Giampaolo Pansa, Da Libero, domenica 13.
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