domenica 14 novembre 2004
"Amen"! Finiva così, ieri, il fondo di "Europa". Omelia sul Santo del giorno? Documento sulla fede in redazione? No. Attacco ai vescovi italiani gratuito fin dal titolo: "L'indulgenza della Cei per Berlusconi". Firma illustre, solenne fin dal suono: Leopoldo Elia, uno che aveva sempre volato alto. Forse troppo. Stavolta si rifà e strapiomba. Sul problema vitale del rapporto tra cattolici e politica oggi vede solo che i vescovi non stanno tutti insieme e apertamente e per principio dalla parte dove sta lui, e perciò va in crisi: astinenza di assistenza ecclesiastica. E nervoso, spara. Va capito. Certi cattolici insistono nel dirsi "democratici" solo per distinguersi da altri, chi sia più totalitario nella testa, però, non si sa. È così: hanno talmente incorporata la convinzione di essere i soli politici degnamente cattolici, e sono talmente abituati a parlare e pensare anche a nome della Chiesa, che oggi si sentono "orfani". E protestano. In passato tenevano, forse, Chiesa e vescovi come in tasca, e oggi non sopportano due cose. La prima è che la Chiesa parli in prima persona anche in Italia: si è esaurita una delega in passato preziosa, ma che ha fatto anche danni. La seconda è che ci siano altri, cattolici come e quanto loro, che nella politica bipolare di oggi - con le difficoltà del caso magari su solidarietà, giustizia e pace, mentre loro le incontrano durissime, e senza battere ciglio, su famiglia, bioetica e sessualità - la pensano e agiscono in modo diverso da loro. Si indignano e accusano chi generosamente li proteggeva. Già detto: si sentono orfani. No, professore: non siete orfani; non siete più figli unici. Amen!
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