sabato 15 marzo 2014
«Vuto far la cameriera? Te devi esser bona de parlar veneto». Massimiliano Fardin, 36 anni, ex carpentiere, sta per aprire a San Marco di Resana, in provincia di Treviso, l'Hosteria Dai Bastardi, in tono simpatico e scherzoso, senza riferimento a nessuno, men che meno ai suoi do fioi (due figli). Un localino tipico con menù scritto in veneto e i tipici cicchetti, crostini di pane che sorreggono porzioncine di nervetti, folpetti, sarde in saor, baccalà mantecato e altre piacevolezze locali. Parlare veneto sarà non solo una necessità, ma anche un fatto di coerenza filologica, ostrega! Sembra, ma le agenzie sono sicure, che dozzine di ragazze foreste – ucraine e piemontesi, romene e perfino della remota isola di Sicilia – stiano cercando di apprendere il veneto in lezioni intensive; le tose venete, avvantaggiate, pare abbiamo mandato la domanda di assunzione in dialetto. Questa xe la notissia, pardon, è la notizia e siamo pregati di non fare ironia gratuita, né di accusare il buon Fardin di razzismo o altre sciocchezze. Siamo sinceri: quale considerazione avremmo di un ristorante cinese in cui venisse a servirci un cameriere giamaicano? O una trattoria sarda con cameriera lappone? Il cibo è cultura e la lingua ne è una delle espressioni. A proposito: si dice Fardìn con l'accento sulla i, proprio come il ministro Padoàn, storpiato da innumerevoli tg, ha l'accento sulla seconda a, non sulla prima. Lezione gratuita per le aspiranti cameriere.
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