giovedì 31 luglio 2003
"Lei si interessa di politica? Ancora?" Così ieri mattina all'edicola, di colpo, un signore a Malpelo, che riceveva dalla gentile edicolante il pacco dei giornali. E la domanda ne pone un'altra: perché oggi tanta diffidenza per la politica, e per i giornali che di politica si occupano? Azzardo qualche risposta, attenendomi alle ragioni "in pagina" oggi. Giornali pieni della vicenda Castelli: un ministro di giustizia che il 23 giugno, appena in vigore una certa legge, pensa di bloccare un'indagine internazionale già avviata da mesi, interpretando a modo suo norme che risultano chiare in senso opposto. Succede un putiferio, poi tutto finisce con tanti strilli e una pacca sulle spalle. Che politica è? E bastasse! Sempre in pagina: un segretario di partito, persona per bene, propone come capolista per le prossime elezioni un deputato tedesco che come unico merito italiano ha avuto quello di insultare pesantemente il presidente del Consiglio italiano in carica. Capolista per questo in Italia! Che politica è? E bastasse! Esce, dopo mesi e mesi di attesa, la solenne motivazione di una sentenza assolutoria nei confronti di un ex presidente del Consiglio italiano, ribadendo l'assoluzione dall'accusa gravissima di attività criminali, ma sostenendo che l'accusa era vera, in passato, ma ora non lo è più da 23 anni: prescritta come tale. Giustizia politica, e che giustizia è? Si potrebbe continuare, trovando infiniti spunti, sempre rigorosamente in pagina. Che politica è? Che giornali dobbiamo leggere? Che futuro possiamo avere? Possiamo ancora trovare interesse, nella politica?
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