sabato 18 agosto 2007
"Il ritorno del pregiudizio": ieri Francesco Merlo scrive su "Repubblica" (p. 1 e 22) che "i tedeschi hanno notato ancora la solita catenina col crocifisso al collo dei morti ammazzati" da "un assassino che prega e uccide, bacia il crocifisso e spara, recita la Bibbia e strangola", e pare protestare contro lo stereotipo dell'Italia patria di delinquenti nati, che può tornare in auge in Germania dopo la strage di Duisburg: è un pregiudizio! Ma poco dopo scrive che "a modo suo anche questa strage di Ferragosto è stata un family day (termine preciso, Ndr)" la faccia criminale del familismo italiano" che "ha bisogno di incistarsi nei valori tradizionali" nella religione". Tu leggi e non sai se questo pregiudizio anti-italiano torna davvero in Germania " in tema è interessante quanto, sulla stessa "Repubblica" (p. 23), scrive Peter Schneider senza voli antireligione ", ma certo il pregiudizio antireligioso di Merlo non può tornare, perché non se ne è mai andato. Esso ieri serpeggia, in apparenza più lieve, anche sul "Riformista", dove peraltro si ricorda in prima pagina che oggi da noi "il voto d'opinione cattolico è la vera componente" che può fare la differenza", ma subito sotto ridacchia volgaruccio sui giovani che persino in spiaggia si permettono di ricordare Gesù Cristo, e a p. 6 inventa la storiella estiva di un prete in crisi di fede perché gli hanno detto che il corpo di Cristo nel sepolcro l'ha mangiato "il Topus Arabico": quindi niente resurrezione. Robetta di scarico. Quando non c'è altro viene a galla " al solito " il peggio. Nel caso, il pregiudizio antireligioso: perenne.
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