Aiutiamo Rose ad andare a scuola
venerdì 21 dicembre 2007
A Rose Ibile, 7 anni, è andata bene. Vive in Sudan ma, nonostante la guerra, ha ancora una madre e un padre. Rose ha qualche problema di vista e deve fare i conti con una povertà endemica. La sua famiglia abita in un tukul, la capanna tipica di fango e canne. A causa della malnutrizione Ibile ha problemi alla vista e in generale una salute cagionevole. È una bambina intelligente e determinata negli studi. Da grande vorrebbe diventare un dottore per studiare la sua malattia e curarla. La madre la supporta continuamente, incoraggiandola a studiare con impegno. Durante il tempo libero si dedica alla casa: macina il grano, va a prendere l'acqua a otto chilometri di distanza, raccoglie legna e cerca verdure selvatiche. Da oltre mezzo secolo il Sudan è teatro di un conflitto tra la parte settentrionale e quella meridionale del Paese, semplificato nella formula del conflitto tra un Nord arabo-musulmano e un Sud cristiano-animista. Ma dall'iniziale conflitto Nord-Sud negli ultimi quindici anni sono derivate una serie di altre guerre che hanno continuato ad avvitarsi su se stesse, esacerbandosi. Avsi, presente da tempo in Sudan, sostiene alcuni progetti educativi (costruzione di nuove scuole e asili, doposcuola, formazione degli insegnanti, distribuzione di materiale scolastico...), ma assicura anche servizi essenziali (trivellazione di pozzi, riabilitazione e ricostruzione di reparti ospedalieri...). Il sostegno a distanza non è una forma di aiuto isolato, ma si integra con gli altri progetti di sviluppo volti nel loro complesso a soddisfare i bisogni primari delle persone. La bassissima frequenza scolastica femminile va collegata alla povertà e alle tradizioni locali. Si tratta infatti di famiglie analfabete, che non hanno mai ricevuto un'istruzione e che seguono solo gli usi della loro tribù. Mandare le figlie a scuola, quindi, è vista come una perdita di tempo perché la cosa più importante è che imparino a svolgere i lavori di casa e nei campi. Si consente loro quindi di studiare solo fino alla prima o alla seconda elementare poiché, appena compiono 12-13 anni vengono fatte sposare. Si teme che una ragazza istruita abbandoni il villaggio per lavorare o vivere in città e la famiglia perda così la propria dote. Si teme anche che una ragazza istruita possa prevaricare sul marito. Il sostegno di Rose Ibile (312 euro l'anno) serve anche a rompere questa tradizione.
Info: Avsi, tel. 0547.360811; email sostegno@distanza@avsi.org.

La battaglia di Marcel
contro la miseria

Essere bambini in Burkina Faso non è facile. Crescere in uno degli Stati più poveri del mondo significa avere poche possibilità di ricevere una formazione scolastica, le necessarie cure, la possibilità di vivere una vita da bambini. Marcel, 6 anni, a cui l'Aids ha già sottratto il padre, vive con la madre, anch'essa affetta da Aids, e con due fratelli più grandi in condizioni di estrema povertà all'interno di una delle famiglie allargate tipiche di questa zona. Solo grazie a un sostegno a distanza Marcel potrà continuare a frequentare la scuola che ha già iniziato con successo, ma che per le difficili condizioni economiche della famiglia non potrebbe proseguire. Il Ciai ha costruito nel Paese scuole, centri sportivi, ambulatori medici e un padiglione di pediatria specializzato nella cura di bambini sieropositivi perché l'Aids è uno dei grandi problemi del Paese. Molti bambini vengono infettati dalla madre al momento della nascita, ma se ricevono le cure adeguate possono anche negativizzarsi. Il sostegno ammonta a 310 euro l'anno, pagabili anche in due rate semestrali.
Info Ciai, tel. 02.84844447 (chiedere di Anna o Anisha); email cooperazione@ciai.it.
Daniela Pozzoli
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