Dai suoi errori un inno alla misericordia di Dio
venerdì 28 agosto 2020
«Folgorato al cuore da te mediante la tua parola, ti amai, e anche il cielo e la terra e tutte le cose in essi contenute, ecco, da ogni parte mi dicono di amarti, come lo dicono senza posa a tutti gli uomini, affinché non abbiano scuse»: le parole delle Confessioni di sant’Agostino oggi conservano tutto il sapore della profezia. La storia del santo vescovo e dottore della Chiesa, infatti, è un percorso accidentato, che però non gli ha impedito di trovare la vera felicità, la via per la “perfezione”, che si trova solo in Dio. Così egli è un modello per tutti noi, che troppo spesso perdiamo la fiducia nell’amore di Dio e nella sua capacità di trasformare i nostri errori in un’occasione per avvicinarci a lui. Nato a Tagaste nel 354, fin da giovane Agostino aveva fatto della ricerca della verità il suo obiettivo, per raggiungere il quale, però, si trovò anche su “strade accidentate” e fece scelte personali e morali discutibili. Dopo aver aderito al manicheismo, a Milano grazie a sant’Ambrogio ritrovò la via dell’ortodossia, riavvicinandosi alla fede trasmessagli dalla madre, santa Monica. Battezzato da Ambrogio nel 387, prete nel 391, quattro anni dopo era vescovo di Ippona, dove morì nel 430. Altri santi. San Vicinio di Sarsina, vescovo (III–IV sec.); santa Fiorentina, vergine (VII sec.). Letture. 1Cor 1,17–25; Sal 32; Mt 25,1–13. Ambrosiano. 1Mac 15,15–23a.24; Sal 66 (67); Gv 1,35–42.
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