Accettare i propri limiti per diventare più fecondi
sabato 9 gennaio 2021
Seguire la propria vocazione significa anche acquisire consapevolezza dei nostri talenti, delle ricchezze interiori così come dei limiti e delle povertà del cuore. Significa cioè accettarsi con umiltà per ciò che si è chiamati a compiere. Così fece sant'Adriano di Canterbury, abate vissuto tra il VII e l'VIII secolo. Originario dell'Africa, abate di Nerida in Campania, papa san Vitaliano lo chiamò a diventare vescovo di Canterbury. Adriano rifiutò e indicò l'amico Teodoro di Tarso al suo posto, accettando nel 668 di seguirlo e affiancarlo nel suo ministero episcopale come consigliere. Divenne così abate del monastero dei Santi Pietro e Paolo, che poi fu dedicato a Sant'Agostino. Sotto la sua guida crebbe come fiorente centro di formazione per numerosi vescovi e punto di riferimento per la Chiesa di tutta l'isola.
Altri santi. San Marcellino di Ancona, vescovo (VI sec.); sante Agata Yi e Teresa Kim, martiri (XIX sec.).
Letture. 1Gv 4,11-18; Sal 71; Mc 6,45-52.
Ambrosiano. Ct 4,7-15.16e-f; Sal 44 (45); Ef 5,21-27; Mt 5,31-32.
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