mercoledì 5 gennaio 2022
Due anni di ritagli di giornale, dalla fine del 2019 ad oggi, archiviati sull'iPad, sono stati una lettura curiosa durante un viaggio in treno. Che dire? Sono cambiati articoli e titoli, che in certi periodi dell'anno riapparivano come degli standard. E se a inizio 2020 si faceva a gara a spiegare come smaltire i chili in eccesso accumulati nelle feste, due anni dopo sembra che la festa dell'abbuffata non ci sia quasi stata. Ma i problemi sono ben altri da 20 mesi a questa parte. A fine 2019 un articolo parlava della crisi della ristorazione: troppi locali e sempre di più a prezzi alti, secondo il trend incoraggiato dalla televisione e dai divi della padella (o del congelatore). Poi la crisi è arrivata veramente, ma secondo una variante imprevedibile che tuttavia non ha piegato definitivamente un settore, che più volte è stato in grado di ripartire e di ritrovare il proprio pubblico. E anche questo dato, verificato dall'osservatorio di una guida alle tavole italiane (Il Golosario ristoranti di Gatti&Massobrio) ha confermato una tenuta sostanziale che deve far riflettere gli economisti, circa la capacità di adattamento della microimpresa. Adattamento, sembra la parola di questo inizio d'anno dove il Governo va spedito in una direzione ben diversa da quella di un anno fa. Non si chiude più, neanche le scuole e men che meno i ristoranti che sembravano il capro espiatorio della Pandemia. La variante Omicron fa meno paura, benché si diffonda così velocemente che ciascuno di noi, in qualche modo, si sente circondato nelle settimane della risalita. L'adattamento, che vorrà dire un plus di attenzioni rispetto a prima, significherà convivere con un virus che sembra in qualche modo indebolirsi. Ma purtroppo c'è un adattamento anche dei cosiddetti no-vax che sembrano riporre la propria consistenza in una teoria, spesso fantasiosa. Ma che teoria è quella che sta portando un conoscente di vecchia data sulla soglia della morte, solo perché ha mostrato con fierezza che lui ai vaccini non ci crede? Sono in apprensione i familiari e gli amici che prendono atto, dall'ospedale, quanto il corpo non reagisca più alle terapie. Con tutto il rispetto per le idee altrui, talvolta servirebbe uno psicologo per capire insieme qual è il valore di una vita: un'idea o la vita, che è fatta di relazioni? Se l'adattamento è basato su un'idea, è certo che alla fine ci si troverà più soli e poveri. Perché la solitudine voluta, neppure per un ideale, è il prologo di un'anticamera che porta iscritto l'individualismo.
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