martedì 6 gennaio 2015
Silenzi, tracce di canto, orme di danza, vestigia d'ombre scandiscono il racconto nello spazio: prossimo, vicino, lontano, altrove; nel fluire del tempo: inizio, svolgimento, termine. Il racconto trasfigura la realtà per rigenerarla.Il racconto nacque al tempo in cui la pittura rupestre inventò l'arte e l'uomo impose alle cose e alle creature il potere che lo contraddistingue: la cultura. A determinarla un insieme di paradossi ed il primo stabilì che niente quanto l'inutile si rivela indispensabile. Mediante suoni poi tramite segni a tramandarli l'uomo diede forma alla realtà con la parola e la scrittura. Accettò il proprio limite di fronte al mistero della vita che lo precede, lo contiene, lo sovrasta. Alzando gli occhi al cielo allargò lo sguardo ad abbracciare la terra. L'osservazione ed il ragionamento lo spinsero ai limiti dell'eccelso senza tralasciare l'accomodare strumenti di ingegno quotidiano. Pare ben poca cosa ma senza racconti non saremmo qui, oggi.
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