martedì 29 agosto 2023
Ha intuito, magicamente, per amore. Non sa del monito portato da Mercurio, messaggero degli dèi, a Enea: che deve andarsene, seguire la meta segnata dal destino. Ha intuito che sta fuggendo, ha cercato di trattenerlo. Ora alla sorella ha fatto erigere una pira, con le armi del troiano amato, il letto coniugale... Le dice, ansimando, di essersi votata alla magia, la sacerdotessa le prescrive riti per trattenere l’uomo che vuole partire, allestisce lei stessa la pira, straziata... E mentre ciò accade il pio Enea è avvisato dai celesti che è il momento buono per fuggire, in piena notte... Svignarsela, approfittando dello strazio che la imprigiona nella reggia disperata. All’alba lei vorrebbe tornare alla riva ma vede la flotta che sta salpando, le vele spiegate. Si percuote il bel seno, roteano gli occhi sanguigni, pallida già della futura morte... corre accanto alla pira, afferra la spada troiana, si trafigge. Le mani insanguinate, breve agonia, poi l’anima spira. Enea, a bordo, si volta, vede il fumo della pira, prosegue sulla rotta per l’Italia, la terra segnata dal destino. Didone è la persona che entra nel mito, non nella mitologia. Il pio Enea è un eroe incapace di amare. La bionda regina Didone è una donna del mito e del fuoco: lei è la leggenda, non la futura Roma. © riproduzione riservata
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