venerdì 26 giugno 2015
Il fatto che una goccia di inchiostro possa contenere circuiti elettronici, per noi profani ha un che di fantascientifico. Al contrario, per gli addetti ai lavori è una prassi assodata. Sorpassata, anzi, o – per meglio dire – migliorabile. L'elettronica stampata non è più una novità se i supporti sono la carta o la plastica mentre è inedita o, comunque, da perfezionare per i tessuti: a risolvere il problema di fondo – conferire elasticità all'inchiostro – ci ha pensato un gruppo di ingegneri dell'università di Tokyo, guidati da Takao Someya. Il loro studio è stato pubblicato sulla rivista «Nature Communications» e ha come esito un tessuto-sensore, simile a un cerotto, che incollato sul braccio serve a misurare l'attività muscolare. L'evoluzione del prototipo, che si prevede veloce, porterà alla realizzazione di abiti elettronici, che ingloberanno nel tessuto i dispositivi per la rilevazione di svariati parametri biologici, a cominciare dalla frequenza cardiaca.L'inchiostro si ottiene miscelando fiocchi d'argento, solvente organico, gomma al fluoro e fluoro tensioattivo secondo procedimenti e dosi che gli consentono di restare altamente conduttivo anche quando è allungato per oltre tre volte la sua lunghezza iniziale. Che, già di per sé, è un record per i materiali elastici elettronici. Primato nel primato, la stampa non necessita di complesse procedure, come per gli inchiostri messi a punto fino a oggi: basta un unico passaggio. «Un risultato possibile – spiega Takao Someya – grazie all'uso del tensioattivo che permette ai fiocchi d'argento di auto-assemblarsi sulla superficie del modello stampato». Bisogna crederci sulla parola!
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