martedì 13 settembre 2011
Forse non è vero per tutti i bambini, ma per la maggior parte di loro funziona così. Quando la scuola sta per finire, non si vede l’ora di lasciarsela alle spalle. Quando sta per ricominciare, non si vede l’ora di tornare in classe. All’improvviso, sembra che l’estate sia durata troppo. Si ha nostalgia, ma non si sa di cosa. O forse si sa bene, se solo ci si pensa un po’. Si ha voglia di rivedere un compagno, di riprendere certe abitudini che cadenzano le giornate con una regolarità che pure non annoia: la partitella in cortile o sul prato della scuola, la gara in bici nel parco vicino. Si comincia a desiderare di incontrarsi a casa dell’uno o dell’altro per fare i compiti insieme, anche se questa è spesso l’occasione per parlare d’altro. Ma c’è anche il piacere dello stare in classe, vicini di banco o a poca distanza l’uno dall’altro. E poi ci sono i bambini che cominciano la scuola per la prima volta. Hanno frequentato tre anni di asilo e sono degli esperti in ingresso, uscita e permanenza a scuola. Ma la scuola elementare viene ancora vissuta da tanti come un passaggio epocale. Sei grande, dicono i grandi. Ma i bambini non sanno cosa pensare. Guardano lo zaino nuovo, il portapenne, i pastelli, la gomma, i quadernoni a righe e a quadretti, gli album da disegno che li intimoriscono un po’ visto che finora hanno disegnato con grande libertà solo su fogli grandi come giornali. L’inizio della scuola è atteso anche dai genitori. Bisogna però pensare a riorganizzarsi, a mettersi d’accordo magari con i vicini di casa: oggi porto io tuo figlio a scuola, domani tu porti il mio. Infine ci sono gli insegnanti. Da quindici giorni hanno cominciato a incontrarsi, a programmare, a preparare le classi per accogliere gli alunni nel modo più decoroso possibile. I disegni dell’anno prima vengono riaffissi sulle pareti, lasciando però spazio per quelli nuovi. C’è da sistemare il posto per i libri, quello per gli asciugamani e i dentifrici. Ma l’esame di coscienza dei maestri non finisce mai. Sanno che tutti si aspettano molto da loro. A volte anche troppo. Sanno che i bambini cambiano rapidamente e si affannano a non farsi trovare impreparati. Con l’inizio della scuola si rimette in marcia il futuro del nostro Paese. Ciascuno faccia la sua parte e non demandi nulla agli altri per pigrizia: bambini, genitori, maestri, dirigenti e, naturalmente, chi governa e deve avere a cuore più di ogni altra cosa il destino di questa fucina di intelligenze e di creatività che deve essere la scuola. Buon anno scolastico a tutti.
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