scaffale basso 14 maggio 2016
sabato 14 maggio 2016
Difficile dire se di tutti i romanzi a cui ci ha abituato Brian Selznick – dopo La straordinaria invenzione di Hugo Cabret, da cui
Martin Scorsese ha tratto un film di grande successo, dopo La stanza delle meraviglie e Il segreto di Houdini, - questo sia il più spettacolare. Certo è che Il tesoro dei Marvel (Mondadori; 22 euro) con le sue 670 pagine non dà tregua al lettore nel tenerlo incollato fino all’ultima riga e all’ultima immagine con la forza prepotente della storia che come una matrioska contiene tante storie complesse, una dentro l’altra. Le prime quattrocento pagine, secondo lo stile collaudato di Selznick, parlano unicamente attraverso i disegni a matita, e raccontano dei favolosi Marvel cinque generazioni di teatranti e del loro successo tra America e Inghilterra. La seconda parte, invece, è un testo scritto. La storia è ambientata a Londra nel 1990; protagonista l’undicenne Joseph Jervis fuggito dal prestigioso collegio in cui l’hanno confinato due genitori più interessati ai viaggi che a lui, per conoscere lo zio Albert, di cui non sa assolutamente nulla. Albert Nightingale, un maturo e solitario signore, burbero e aristocratico che vive in un’antica dimora ottocentesca in cui il tempo sembra essersi fermato, non avrebbe alcuna intenzione di accogliere il nipote ma sopraffatto dall’istintiva genuinità di Joseph decide di ospitarlo per qualche giorno. Joseph ha tante domande da porre allo zio che gli appare come l’ultimo depositario dei segreti di famiglia. Gli enigmi e i misteri che si incastrano a catena sono tanti, alimentati da una serie di oggetti, fotografie, quadri e disegni custoditi gelosamente e misteriosamente nella casa oltre che dalla reticenza dello zio. La ricostruzione della propria storia e delle proprie radici riporta Joseph alla convinzione di essere l’ultimo erede della dinastia dei Marvel iniziata nel 1766 con il capostipite Billy unico sopravvissuto al terribile naufragio della baleniera Kraken - su cui si era imbarcato come clandestino - e adottato da una famiglia di attori di teatro. Come al solito non tutto è come sembra e le rivelazioni sono una continua sorpresa. Ma ogni storia fantastica ci chiede di sospendere l’incredulità. Dai 13 anni.

Si intitola Il Fiore della Discordia ed è il primo dei cinque volumi previsti dalla saga Rudow. Il vampiro pirata, firmata da S.Z. Strand e pubblicata da Salani (13,90 euro). Rudow è uno dei rampolli di una nobile famiglia di vampiri. Eternamente dodicenne. E’ spesso preso in giro dai fratelli che lo trattano come un buono a nulla, così una sera nel cercare un posto lontano da loro, si infila distrattamente in una stanza di un’ala del castello dove sono in corso lavori di ristrutturazione. E succede che, finita tra le macerie da smaltire e il vecchio mobilio del castello, la bara in cui dorme e si rifugia per sottrasi alla luce viene imbarcata
nella stiva sul brigantino Alameda. Ignaro di tutto Rudow, si sveglia in alto mare. Situazione piuttosto seria per un vampiro, animale di terra… Per giunta capisce di avere anche un compagno nella stiva dove è finito, Batàn il giovane mozzo della nave che ben presto lo scopre, ma invece di denunciarlo lo aiuta a rimanere nascosto. Tra i due ragazzi, sorpresi dallo strano incontro ma desiderosi di capirsi si insatura subito un legame di amicizia. Chiacchierano, giocano, fanno incursioni notturne sul ponte; uno impara la vita da vampiro, l’altro quella di mare. Rudow deve arrangiarsi alla sua nuova vita, adattarsi, nascondersi dalla ciurma e cibarsi di broccoli, continua però a sognare di scendere a terra. Ma una tempesta terribile scuote la nave e rimescola le carte in un finale piratesco pieno di colpi di scena. Per saperne di più si può visitare anche il sito della serie all’indirizzo www.rudowilvampiropirata.it. Dai 12 anni

Uno dei libri finalisti della seconda edizione del Silent Book Contest 2015 , il concorso internazionale dedicato ai libri senza parole, Pois la dice lunga su come si possa raccontare una storia con la sola forza delle immagini. Un’arte che Cristina Bazzoni - illustratrice approdata al mondo editoriale dove da anni si occupa di progettare e illustrare le copertine dei libri – ha coltivato fin da bambina. Bastava fornirle fogli bianchi, matite e pennarelli perché i pomeriggi, spesso trascorsi felicemente tra le stoffe e gli abiti realizzati a mano dalla zia, producessero disegni pieni di colori e di passione. Particolare biografico non superfluo, perché quest’albo a figure pieno di colori (Edizioni Carthusia; 19,90 euro) è nato proprio dalle suggestioni di quei ricordi. E da un moto della fantasia che svagatamente gioca - dentro il laboratorio di una sarta, tra manichini, tessuti, spilli e macchine da cucire - con i pois fucsia di un bel vestito giallo. Elemento clou dell’albo che incuriosirà i più piccoli attraverso la forza dei disegni. Perché come palline irrequiete, come le perle di una collana rotta, proprio quando l’abito sembra ultimato, i pois scivolano a terra e vanno a spasso per la stanza. In cerca di altri luoghi da decorare e vivacizzare. Tutto davanti agli occhi increduli della sartina e del suo
cagnolino assonnato. E non è detto che lì i pallini agitati si mettano definitivamente tranquilli. Dai 3 anni

Pubblicato per la prima volta nel 1980, questo albo porta la firma famosa di Charlotte Zolotow, autrice statunitense di libri per bambini e ragazzi, morta quasi centenaria a New York, nel 2013. Dillo, mamma! (fatatrac 16,90 euro) coglie uno di quei momenti magici tra mamme e bambini, sospeso tra gioco, sguardi e sottintesi, sorrisi e dinieghi, difficile da raccontare se non affidandosi alla poesia. In un pomeriggio ventoso mamma e bambina si concedono una passeggiata nel parco.Loro due da sole, con la natura autunnale a fare da contorno: la luce dorata dalle foglie secche, il vento che scompiglia i capelli e disperde le voci, i riflessi degli alberi nello stagno, piccoli animali che si fanno accarezzare... E’ un momento intenso, esclusivo, di totale comunicazione tra le due, forse un gioco ricorrente perché la bimba invita la mamma a dire quella cosa che le piace tanto sentirsi dire. E lei, la mamma, deve ben sapere di cosa si tratta, eppure finge di non capire. E divaga, mentre la strada verso casa si accorcia. Ma così non fa che alimentare l’impazienza della bambina, la sua insistente richiesta, il suo desiderio di ascoltare quelle paroline tenere che sono il loro lessico familiare. Parole e desiderio che si scioglieranno in un tenero abbraccio davanti alla porta di casa… Le illustrazioni un po’ vintage dell’inglese Charlotte Voake fanno di quest’albo un inno poetico all’affetto speciale che lega madri e figli, da condividere con i più piccolini. Dai 3 anni.
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