sabato 21 novembre 2015
Mercoledì Francesco rifiuta «porte blindate», ma giovedì in molte pagine il fatto si lega solo a rischio terrorismo e sicurezza. Manca qualcosa, e importante. Il Papa ha presentato, valido in assoluto e non legato alla sicurezza, anche il tema della Chiesa e della «porta» nella «Casa di Dio», salvezza in Gesù Cristo, e ha ricordato che di quella Casa la Chiesa è «la portinaia, non la padrona», e deve sempre tenere la porta aperta a chi chiede di entrare. L'emergenza terrorismo passerà – speriamo! – ma la Casa della salvezza è sempre e per sempre. Dunque vera “omissione” di stampa. Peccato! C'è altro? Sì, proprio stupefacente. Su “Italia Oggi” (19/11, p. 7) il titolone sul pezzo di Tino Oldani è sicuro: «Sarà pure un Giubileo complicato. Ma per l'azienda Vaticano, sull'orlo del crac, può essere una salutare boccata d'ossigeno». La tesi maligna – riferimento «incrociato» e «recente» al libro di Nuzzi e a una ricerca sociologica – è che a motivare l'indizione del Giubileo ci sarebbe l'urgenza di risanare i conti del Vaticano! Proprio così: Giubileo per fare cassa. Tralascio qui particolari inesatti per approssimazione e impressioni infondate, e salto alla conclusione: «Certo, c'è la minaccia dell'Isis, ma turisti e pellegrini spenderanno a Roma più di 8 miliardi di euro. E qualcosa, di sicuro, resterà anche nelle disastrate casse di San Pietro». Ecco dunque: il Giubileo è indetto per – o anche per – i soldi che i pellegrini spenderanno a Roma e per quel «qualcosa» che resterà… Sarebbe interessante vedere come calcolare quel «qualcosa» che, «speso a Roma» resterà, ma a «San Pietro». Ma non era, secondo certi spacciatori di veleni, una grande e ricca cassaforte? È invece ecco le «disastrate casse». Per assonanza la mente va alle “sudate carte” leopardiane. Segue domanda: “C'è qualcosa di nuovo, oggi nell'aria”? Niente. In pagina solo qualcosa di stralunato!
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