domenica 4 luglio 2010
Lupus amaro. Leggo con interesse «L'Occidente difenda i diritti universali» ("Messaggero", p.1), ove ieri Francesco Paolo Casavola stigmatizza le scritte offensive «sulla Scala Santa» inserendole nella «stagione difficile per la Chiesa cattolica», nei cui confronti «l'eco mediatica» pare così squilibrata da far dimenticare tacitamente principi di fondo della civiltà, primo quello che «la responsabilità penale è personale», e secondo quello per cui una «religione non può essere disprezzata e rifiutata per i peccati o i delitti» di taluni suoi seguaci. Giusto. E per caso subito dopo trovo su "La Stampa" (p. 16) un articolo da Fossano di Cuneo con questo titolo tra virgolette: «Via il bimbo islamico dal nostro cimitero»! Leggo che «politici» di centrodestra che si definiscono «cattolici» non vogliono che nel cimitero locale, e addirittura neppure in «un'area a fianco di esso» sia possibile la sepoltura di cittadini di religione islamica. E allora rileggo il titolo di Casavola: «L'Occidente difenda i diritti universali» e mi vergogno, da occidentale e anche da cattolico. Tra quelli c'è certamente quello di essere seppellito, se si vuole, dove si vive e si muore, e quindi se è vero che politici di quelle parti lo negano, allora possono fare il paio con i sacrileghi imbrattatori della Scala Santa. È un mondo in decomposizione, il nostro? Qualche sintomo c'è. Sempre ieri p. es. sul "Giornale" («Da Bernabei al GF») si cita un brano del nostro Alessandro Zaccuri che constata come nei media attuali sia promossa la progressiva dissoluzione della famiglia come tale. Due rifiuti, di morti e di vivi: la pace di un cimitero globale"
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