giovedì 3 settembre 2009
Ieri scrivevo che nel 1981 "il referendum radicale (che) voleva abolire del tutto la 194" fu bocciato, ma da Radio Radicale ricevo un monito duro: Malpelo non deve più permettersi "balle"! Vediamo: in Parlamento (1978) i radicali votarono contro la legge, e poi nel loro referendum - uno dei due del 17 maggio 1981 - chiesero la cancellazione di ciò che si opponeva a liberalizzazione e privatizzazione totale dell'aborto, visto come diritto pieno della donna. In pratica - venendo all'oggi - è quanto si avrebbe con la Ru486! Pannella e Co. furono bocciati dal 90% dei voti. Quella proposta in sostanza cancellava la legge votata in Parlamento e promulgata - a firma dei Presidenti della Repubblica, del Consiglio e di 5 ministri democristiani - proprio perché grazie alla tenace e paziente mediazione di parlamentari cattolici nel Pci di Berlinguer (già: allora i cattolici a sinistra "mediavano", Ndr), non sanciva il diritto di aborto, ma portando il fatto alla luce e quindi cercando anche di prevenirlo e dissuaderlo, a certe condizioni lo depenalizzava. Era, e resta, una scelta opinabile e discutibile di "male" morale, cui la Chiesa come tale si è sempre e con ragione opposta, ma valutato come "male minore", e che per questo fu approvata prima in Parlamento e poi nei referendum. Dunque i radicali furono sconfitti sia in Parlamento che nel referendum, e la perenne vanteria che sull'aborto ci fu una vittoria radicale è proprio "balla, sempre balla, fortissimamente balla"! Radio Radicale vanta di dare "tutte le voci", e Malpelo può chiedere: anche la mia? A quando un dialettico "voce a voce" in sede?
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