Verità contro calunnia
Del signor Kenobi mi affascinava la capacità di controllare le proprie emozion
Del signor Kenobi mi affascinava la capacità di controllare le proprie emozioni, ma con il tempo ho imparato anch’io a farlo, magari non benissimo. Lo stretto necessario, diciamo. Ho sperimentato presto gli svantaggi del mostrarsi irritati, sia pure davanti a un caso di ingiustizia palese o di conclamata slealtà. Ero ancora agli inizi del mio apprendistato quando confessai al signor Kenobi di aver avuto un’esplosione di rabbia alla notizia di un pettegolezzo nel quale ero invischiato. La sfuriata non era stata risolutiva, ma ritenevo di aver ridimensionato la portata della maldicenza. «Temo che ognuno di noi sia destinato a essere calunniato, di tanto in tanto – aveva commentato il signor Kenobi – e sinceramente non credo che la strada da lei scelta porti molto lontano.
Ci sarebbe un unico modo per rimediare, ma è una strada che porta fin troppo lontano. È molto semplice: quando qualcuno dice il falso su di noi, dovremmo iniziare a dire la verità su di lui». Lì per lì non compresi, anche se ringraziai come di consueto, promettendo di fare tesoro del consiglio. Soltanto adesso riesco a intuire quanto sia oneroso un simile contrattacco. Potrò sbagliarmi, ma nella storia del signor Kenobi questa combattiva forma di sincerità deve aver giocato un ruolo niente affatto irrilevante.
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