Mittente sconosciuto

La busta era apparsa in ufficio, sulla mia scrivania, come per incantesimo...
December 19, 2025
La busta era apparsa in ufficio, sulla mia scrivania, come per incantesimo. Non era stato il fattorino a recapitarla, non era stata consegnata in portineria, non era indicato il mittente. Solo il mio nome e cognome, vergati in una grafia frettolosa e sgraziata. In un angolo della busta (in basso a sinistra, per la precisione) si notava un simbolo o ideogramma stampato in un rosso sgargiante. Mi sembrava di riconoscerlo e, nello stesso tempo, temevo di ingannarmi. Quel tocco di eleganza si addiceva alla carta usata per confezionare la busta, di buona grammatura e virata verso l’avorio.
Ancora più inspiegabile risultava lo scarabocchio che mi segnalava come destinatario. C’era da meravigliarsi che il plico mi fosse stato recapitato, tanto approssimativi erano i segni con cui erano tracciate le mie generalità. Tra me e me, mi dicevo che anch’io da ragazzino avevo il vizio di scrivere in quel modo, di corsa e senza pensarci su. Mia madre mi rimproverava per l’eccesso di sciatteria. «E sì che ti piace tanto leggere», diceva. Ho impiegato anni per capire quanto avesse ragione. Con la busta me la sono cavata più in fretta. Date le dimensioni e considerato il peso, non poteva contenere che un libro: il piccolo libro che per qualche istante mi era appartenuto nel novembre del 1989.

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