I soldi degli altri

Rispetto a quella del signor Kenobi, la mia esistenza è sempre stata abbastanza sedentaria.
October 18, 2025
Rispetto a quella del signor Kenobi, la mia esistenza è sempre stata abbastanza sedentaria. Pochi viaggi, spesso tardivi e quasi sempre verso destinazioni prevedibili. Il suo passaporto, invece, doveva portare un’infinità di timbri, tanto da fare invidia a un altro mio amico, che si è prefisso di visitare tutti i Paesi del mondo. Quando ci riuscirà, sarà lui a raccontarlo. C’era però un aspetto della mia vita che il signor Kenobi trovava di suo interesse: «Lei è figlio di un banchiere, è un fatto affascinante», mi scrisse una volta. Era incerto se rettificare la svista. Di norma, il suo italiano era corretto fino alla minuziosità, mi sembrava strano che un uomo come lui incorresse in un errore così grossolano.
Provai a uscirne imitando, per quanto possibile, l’arguzia del suo stile: «Lei mi lusinga – replicai –, ma mio padre è bancario, non banchiere. È una distinzione importante, me l’ha insegnata lui: un bancario maneggia soldi che non sono suoi. Poi ci sono bancari che si comportano da banchieri, ma questo è un altro discorso». La battuta parve cadere nel vuoto e per un po’ temetti di aver irritato il signor Kenobi. Qualche mese dopo, però, mi ritrovai a leggere questa frase: «Ha ragione, ci sono bancari che si credono banchieri. Ma questo succede anche in altre professioni».

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