Haiku e no

Per quanto divagassi, il signor Kenobi non aveva tardato a intuire le mie ambizioni di scrittore.
October 24, 2025
Per quanto divagassi, il signor Kenobi non aveva tardato a intuire le mie ambizioni di scrittore. Gli avevo confessato un abbozzo di romanzo, ma avevo evitato di soffermarmi sui miei prevedibili trascorsi da poetastro. Fu lui, con la disinvoltura che gli era caratteristica in certi momenti, a suggerirmi di non abbandonare la scrittura in versi. «Come fa a saperlo?», gli domandai, più sorpreso che risentito. Il signor Kenobi non si prese neppure il disturbo di rispondere e mi spiegò che la poesia è un esercizio molto utile per un prosatore. «Dà ritmo alla frase, educa all’esattezza e alla concisione», disse. «Vado contro il mio interesse – proseguì –, ma credo che dovrebbe comporre qualche haiku, di tanto in tanto. Anche questa è una cosa che fanno tutti, è vero, ma basta agire con discrezione, evitando di pubblicare l’impubblicabile.
Niente rami di mandorlo, mi raccomando, niente rondini e montagne innevate all’orizzonte. Scriva di quello che conosce. E se vuole scrivere di qualcos’altro, prima si prenda il tempo per conoscerlo abbastanza». In questi giorni, mentre riordino i brevi capitoli del racconto che state leggendo, ripenso alle parole del signor Kenobi. Mi figuro nella mente il profilo di un monte, una rondine in volo, un mandorlo in fiore. E poi mi sforzo di dimenticarli.

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