Nel controtenore Carlo Vistoli tutto il “Sacro furore” del genio Vivaldi

Il “Sacro furore” che intitola il disco di Carlo Vistoli è quello che brucia nelle straordinarie musiche di Antonio Vivaldi
October 20, 2025
Il “Sacro furore” che intitola il disco di Carlo Vistoli è quello che brucia nelle straordinarie musiche di Antonio Vivaldi (1678-1741): pagine che recano impressi, come marchiati a fuoco, l’estro, il cimento e la verve appassionata di un’arte che non trova molti eguali tra i compositori del tempo. Figura di spicco nel panorama internazionale del repertorio vocale barocco, il controtenore italiano impagina qui una raccolta capace di coniugare sensibilità e virtuosismo, sfide tecniche e profondità interpretativa, affiancato per l’occasione dall’Akademie für Alte Musik Berlin e dal suo “konzertmeister” Georg Kallweit. Il baricentro del programma è rappresentato dallo Stabat Mater (RV 621), la prima opera sacra di Vivaldi con una datazione pressoché certa (1712) e, soprattutto, una sintesi stilistica ed emotiva davvero esemplare; in questa partitura, la costante atmosfera di dolore e mestizia nasce da un sapiente intreccio di tempi lenti, ampie arcate melodiche e struggenti progressioni armoniche, che sembrano sospendere il respiro del tempo.
Il panorama espressivo muta radicalmente con il mottetto In furore iustissimae irae (RV 626), dove prende forma un autentico “scenario da giudizio universale”: qui la voce si muove su percorsi impervi, tra agilità vertiginose e improvvisi impennate ritmiche, restituendo con forza teatrale le tensioni e i contrasti del testo sacro. Il salmo vespertino Nisi Dominus (RV 608) si configura invece come una sorta di cantata in nove movimenti: una sequenza di pannelli policromi che alternano momenti di brillante vivacità a oasi di pace contemplativa e intima introspezione. Difficile non lasciarsi conquistare da musiche che sanno toccare le corde più profonde dell’animo, secondo paradigmi che Vistoli rimodella con maestria antica e sensibilità moderna, padroneggiando con sicurezza le insidie della scrittura vivaldiana; nel “sacro furore” della sua voce, virtuosismo e sentimento si fondono in un’espressione autentica, intensa e veramente ispirata.

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