I carciofi e le invasioni in genere (niente paura)

Che siano uomini, animali o cose, l'istinto non cambia: vade retro, specie aliena non invitata e destinata a turbare la nostra vita pacifica
October 22, 2025
I carciofi e le invasioni in genere (niente paura)
Campi di carciofi / ICP
È stata una settimana molto difficile per la nostra sicurezza. A leggere i titoli dei giornali, siamo stati invasi su larga scala da molti esseri viventi minacciosi. Riporto alcuni dei titoli allarmati e allarmanti. Invasione di polpi in Cornovaglia: crostacei in fuga e ristoranti rivoluzionati. (C’è comunque qualcosa di liberatorio in una brigata di gamberi, aragoste e paguri che riesce a fuggire dall’acqua bollente...). Anche in America, terra un tempo invasa dagli Europei, non va meglio; il sogno americano è messo a dura prova dalla battaglia contro l’invasione di una specie, ovviamente, non autoctona: in Florida l’invasione di migliaia di pitoni viene contrastata con l’uso di conigli giocattoli (tutto vero). Tornando all’interno dei confini nazionali, c’è molta preoccupazione anche qui: Tarquinia, nuova invasione di storni. Tornano appelli e disagi dei cittadini in cerca di una soluzione (Si sa che i migranti, anche pennuti, creano disagio). Ravenna: Il “sacrilegio” dell’immondizia in via Ferruzzi: l’invasione dei bidoni stravolge la prospettiva su Dante. 'Invasione di insetti', a Potenza disinfestazione straordinaria. Cittadinanza invitata a tenere le finestre chiuse. E se non bastasse tutto questo ad allarmarci, c’è un altro fronte da presidiare, quello del carciofo italico: invasione di carciofi da Egitto e Tunisia, in Puglia costi alle stelle: I prezzi dei carciofi lievitano di oltre 5 volte dal campo alla tavola con l’invasione di carciofi dall’estero.
Ciò che tiene insieme tutti questi racconti di invasione è il presupposto che esista uno spazio nostro, privato, confinato, in cui siamo padroni della nostra identità. Inaspettatamente, mentre noi conduciamo la nostra vita pacifica, una specie aliena si presenta a noi senza essere invitata, con le peggiori intenzioni. L’antropologia ci aiuta a non farci prendere dal panico e a decostruire questa narrazione. Proviamoci. In antropologia si parla di decentramento del punto di vista. Il proprio punto di vista è il risultato di molti fattori sociali e culturali e, tocca ricordarlo, non è una verità assoluta. Analizzando soprattutto come funziona questa creazione continua di differenze (l’altro, che in quanto tale, la pensa diversamente da me), l’antropologia prova a raccontare la storia dalla parte del lupo, della nonna, del cacciatore e financo del bosco in cui Cappuccetto Rosso si inoltra con il suo cestino.
Quella del carciofo non è volontà di invasione ma il risultato di una lunga storia economica: di un costo basso che equivale a un lavoro sottopagato, di economie post-coloniali che, da questo lato del Mediterraneo, chiamiamo sud del mondo. Una storia che abbiamo creato anche noi.  Infatti, prendendo i panni del carciofo, del pennuto e del pitone la narrazione cambia. Mosse dall’impulso della sopravvivenza tutte le specie viventi si espandono attraversando confini umani arbitrari. Se si muovono è spesso perché reagiscono a cambiamenti dell’ecosistema causati principalmente dalla specie umana: innalzamento delle temperature, disboscamento, cementificazione, inquinamento, colonialismo, guerre, etc etc. Tipico della retorica dell’invasione è il vittimismo: il prezzo del carciofo lievita di cinque volte: è colpa sua, è colpa del carciofo che fa il grosso, si espande, si sopravvaluta. Se cambiamo il punto di vista ci accorgiamo che non è il carciofo, siamo noi, è la nostra economia, la nostra storia, i nostri punti di vista. Usciamo da noi e facciamoci carciofi.

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