Meno Irpef, segnali alle imprese: la manovra spiegata a capitoli

La conferma del contributo alle banche e la nuova rottamazione delle cartelle sono gli altri punti-chiave. Tutte le altre (piccole) novità, dalle pensioni alla sanità
October 18, 2025
Meno Irpef, segnali alle imprese: la manovra spiegata a capitoli
Il ministro Giancarlo Giorgetti durante la conferenza stampa di venerdì / Fotogramma
È una manovra che «va letta nel solco delle precedenti» quella presentata ieri da Giorgia Meloni al termine del Cdm che ne ha sancito il varo. Il principio guida è ancora una volta la prudenza, ma proprio per questo, a giudizio della premier, anche la legge di Bilancio 2026 resta «molto seria ed equilibrata».
Di sicuro è «più leggera», ammette la presidente del Consiglio aprendo la conferenza stampa assieme ai due vicepremier, Antonio Tajani e Matteo Salvini, e al ministro competente, Giancarlo Giorgetti. Ma sulla cifra totale, 18,7 miliardi di euro, pesa la «situazione complessiva» e, soprattutto, (prima rivendicazione), i 40 miliardi da pagare per il Superbonus ereditato da Giuseppe Conte.
Nonostante questo, e anche grazie a 5,5 miliardi che arriveranno dalla rimodulazione del Pnrr, il governo ha tentato di dare continuità alle priorità già indicate nelle precedenti “finanziarie”. Natalità e sostegno alle famiglie (vedi pagina accanto), riduzione delle tasse, per quanto possibile, e attenzione al ceto medio, con la misura chiave dell’intera legge di bilancio: il taglio dell’aliquota Irpef dal 35 al 33% per i redditi tra i 28 e i 50mila euro. Un beneficio che sarà sterilizzato solo sopra i 200mila euro. Il tutto senza che l’esordio dell’incremento delle spese per la difesa gravi su altre voci (come sopra), e riuscendo a mantenere «la traiettoria di riduzione del deficit», come assicura il capo dell’esecutivo.
Due erano i nodi politici più stringenti, che hanno proceduto di pari passo alle recriminazioni e accuse reciproche dei due azionisti di minoranza della coalizione di governo, Lega e Fi. Anche questi risolti, almeno a giudicare dalla soddisfazione espressa da Salvini e Tajani. Il primo era quello che ruotava attorno al contributo delle banche, che alla fine, per la gioia del ministro degli Esteri, non arriverà da una tassa sugli extraprofitti. Piuttosto da «un mix di misure» di «carattere strutturale e congiunturale», come lo definisce Giorgetti, che comprende «la possibilità di liberare le riserve poste a capitale» con la legge del 2023, «l'aumento dell'Irap, un nuovo regime di deducibilità dei crediti dubbi (che vengono spalmati su più esercizi) e la limitazione del riporto fiscale delle perdite». Nulla di clamoroso, tanto più che Meloni spiega di non temere contraccolpi e anzi ringrazia pubblicamente gli istituti di credito e le assicurazioni per la disponibilità «che non era scontata».
L’altro tema caldo, totem del Carroccio, è la rottamazione e in questo caso è Salvini a illustrarne le modalità: «Finalmente riusciamo a metterla in legge di bilancio e a dare ossigeno e speranza», spiega prima di confermare, come era atteso, che riguarderà «tutte le cartelle esattoriali per tutto il 2023», per una platea di 16 milioni di italiani. «Escludendo coloro che non hanno mai fatto la dichiarazione dei redditi – continua il capo del Carroccio – riguarderà chi, per il Covid, le guerre, il caro energia, per un infortunio o per un mancato pagamento dello Stato, non è riuscito a versare tutto il dovuto». In tutto si tratterà di «108 rate tutte uguali, in nove anni senza le sanzioni, quindi – conclude Salvini – si pagherà solo il capitale con gli interessi». Dal beneficio si decade dopo due rate non pagate ma con un meccanismo maggiormente punitivo rispetto al precedente: niente più rate in questo caso, si paga tutto in un'unica soluzione.
Passando alla sanità, il finanziamento complessivo per il 2026 sarà di 142,9 miliardi di euro, superiore di oltre 6,3 miliardi rispetto al 2025. Un incremento mai registrato in passato, come tiene a precisare Meloni, persino maggiore di quello messo in campo nel 2020 per la pandemia. Risorse con le quali il governo intende implementare un piano straordinario di assunzioni: oltre 6mila infermieri e mille medici e un aumento delle buste paga rispettivamente di 1.630 euro e di circa 3.000 euro annui.
Capitolo imprese: a disposizione ci sono 4 miliardi, con cui le aziende potranno ammortizzare al 180% gli investimenti in innovazione e al 220% quelli in spese per la transizione ecologica che riducono il consumo energetico. Una misura già ribattezzata come “nuova transizione 5.0”. Si conferma il credito d'imposta per le imprese nelle zone economiche speciali (Zes). Il governo ha assicurato che le risorse totali potrebbero anche aumentare. Ma di sicuro ci sarà un aiuto per la “nuova Sabatini” e i contratti di sviluppo, oltre a una proroga per la plastic e la sugar tax con scadenza fissata al 31 dicembre 2026.
Per quanto riguarda le pensioni, i lavori gravosi e usuranti saranno esclusi dall'innalzamento dell'età pensionabile che scatta dal 2027. Per tutti gli altri l'aumento sarà pari a un mese nel primo anno e ad altri due dal 2028. Previsto anche un nuovo intervento sugli assegni più bassi: le “minime” saliranno di circa 20 euro al mese.
Immancabile, infine, la revisione della spesa. I ministeri dovranno stringere la cinghia per 2,3 miliardi il prossimo anno, con l’obiettivo di arrivare a 3 miliardi nel 2028. Ma c’è anche l’aumento del costo delle sigarette. Su questo non c’è un’indicazione precisa, ma a domanda precisa Giorgetti ha risposto: «Poco, poco». In vista anche un'accelerazione per l'allineamento delle accise di gasolio e benzina.

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