giovedì 12 dicembre 2019
I santi sono modelli e guide di vita cristiana, ma non sono esseri umani irraggiungibili: lo ha detto stamattina il Papa ricevendo la "grande famiglia" della Congregazione delle Cause dei Santi
«Una nuova beata italiana. Venerabile il prete Giusto tra le nazioni»
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I santi non sono degli esseri umani irraggiungibili, ma sono vicini a noi e ci possono sostenere nel cammino della vita. Incontrando la Congregazione delle cause dei santi che festeggia di cinquant’anni della sua istituzione il Papa ha sottolineato che la «santità permea e accompagna sempre la vita della Chiesa pellegrina nel tempo, spesso in modo nascosto e quasi impercettibile». Per questo, ha spiegato Francesco, «dobbiamo imparare a vedere la santità nel popolo di Dio paziente: nei genitori che crescono con tanto amore i loro figli, negli uomini e nelle donne che lavorano per portare il pane a casa, nei malati, nelle religiose anziane che continuano a sorridere. [...] Questa è tante volte la santità della porta accanto, di quelli che vivono vicino a noi e sono un riflesso della presenza di Dio».

In parallelo il Papa ha dato il via libera anche a nuove beatificazione. In particolare è stato riconosciuto il miracolo attribuito all’intercessione della venerabile serva di Dio Maria Luigia del Santissimo Sacramento (al secolo: Maria Velotti), fondatrice delle Suore Francescane Adoratrici della Santa Croce. Nata il 16 novembre 1826 a Soccavo e morta il 3 settembre 1886 a Casoria, da piccola, rimasta orfana di entrambi i genitori, dovette sopportare le angherie delle zia cui era stata affidata. La sua testimonianza resta però soprattutto legata all'accettazione, nella fede con cui affrontò le sofferenze fisiche. Divenuta terziaria francescana col nome di suor Maria Luigia del Santissimo Sacramento, fondò insieme a una vedova, Eletta Albini (in religione suor Maria Francesca), l’istituto delle Suore Francescane Adoratrici della Santa Croce. Morì a Casoria, dove aveva stabilito la Casa madre del suo istituto, nella cui cappella riposano dal 1926 i suoi resti mortali.

Gli altri nuovi beati sono invece martiri, cioè nel cammino verso gli altari non c’è stato bisogno di un miracolo. Si tratta di
Angelo Marina Álvarez e 19 compagni, dell’Ordine dei Frati Predicatori; uccisi, in odio alla fede, durante la guerra civile spagnola, nel 1936 (Spagna); di Giovanni Aguilar Donis e 4 compagni, dell’Ordine dei Frati Predicatori, e del servo di Dio Fruttuoso Pérez Márquez, Fedele Laico del Terz’Ordine di San Domenico; uccisi, in odio alla fede, durante la guerra civile spagnola, nel 1936 (Spagna); di Isabella Sánchez Romero (in religione: Ascensión de San José), monaca professa dell’Ordine di San Domenico; uccisa, in odio alla fede, durante la guerra civile spagnola, il 17 febbraio 1937 a Huéscar. A nuovi beati si aggiungono sei nuovi venerabili, vale a dire testimoni della fede di cui è stata riconosciuta l’eroicità delle virtù. Qualora si ottenga un miracolo per loro intercessione saranno proclamati beati.

I neo venerabili sono:

Vincenzo Maria Morelli, dell’Ordine dei Chierici Regolari Teatini, arcivescovo di Otranto; nato a Lecce il 25 aprile 1741 e morto a Sternatia il 22 agosto 1812;
Carlo Angelo Sonzini, sacerdote diocesano, fondatore della Congregazione delle Suore Ancelle di San Giuseppe; nato il 24 giugno 1878 a Malnate e morto a Varese il 5 febbraio 1957;
Americo Monteiro de Aguiar, Sacerdote diocesano; nato a Salvador de Galegos (Portogallo) il 23 ottobre 1887 e morto il 16 luglio 1956 a Porto;
Gregorio Tommaso Suárez Fernández, sacerdote professo dell’Ordine di Sant’Agostino; nato il 30 marzo 1915 a La Cortina (Spagna) e morto il 23 aprile 1949 a Salamanca;

Maria degli Angeli di Santa Teresa (al secolo: Dináh Amorim), religiosa professa dell’Istituto delle Figlie di Maria Religiose delle Scuole Pie; nata l’8 agosto 1917 a Claudio (Brasile) e morta il 1° settembre 1988 a Rio de Janeiro.

Tra i nuovi venerabili il più noto è però certamente il sacerdote diocesano Giulio Facibeni nato il 28 luglio 1884 a Galeata e morto il 2 giugno 1958 a Firenze. Si tratta del prete che fondò l'Opera della Divina Provvidenza Madonnina del Grappa e che oggi viene, annoverato tra i Giusti tra le nazioni per la sua opera a favore degli ebrei a Firenze durante la Shoah.

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