sabato 5 giugno 2021
Francesco ha sottolineato quattro aspetti che devono animare il cammino di questo servizio, nato per promuovere l’occupazione e l’imprenditoria giovanile soprattutto al Sud
L'udienza ai giovani del Progetto Policoro in Aula Clementina

L'udienza ai giovani del Progetto Policoro in Aula Clementina - Vatican Media

COMMENTA E CONDIVIDI

Chiamati a essere segno di speranza. Ma in modo nuovo. Così come richiesto dal tempo particolare, segnato da una profonda crisi socio-economica, che viviamo. Nell’udienza al Progetto Policoro della Chiesa italiana che festeggia i suoi 25 anni e la cui delegazione era guidata dal cardinale Gualtiero Bassetti presidente della Cei, il Papa ha sottolineato quattro aspetti, quattro parole, che devono animare il cammino di questo servizio, nato per promuovere l’occupazione e l’imprenditoria giovanile soprattutto al Sud. E ha detto, in un passaggio a braccio, che "la dignità di una persona non viene dai soldi, ma viene dalle cose che si sanno e viene dal lavoro. Il lavoro - ha detto - è una unzione di dignità. Chi non lavora non è degno".

"Occuparsi del lavoro è promuovere la dignità della persona. Infatti, il lavoro non nasce dal nulla, ma dall'ingegno e dalla creatività dell'uomo, una imitazione del Dio Creatore", ha detto il Pontefice che rivolgendosi ai presenti ha sottolineato: "Voi non siete di quelli che si limitano alle lamentele per il lavoro che manca, ma volete essere propositivi, protagonisti, per favorire la crescita di figure imprenditoriali al servizio del bene comune". E poi l'esortazione "a lavorare per un modello di economia alternativo a quello consumistico". IL DISCORSO INTEGRALE

Ecco le quattro parole guida indicate da Francesco. Innanzitutto “animare”, cioè dare un’anima all’economia. «La condivisione, la fraternità, la gratuità e la sostenibilità sono i pilastri su cui fondare un’economia diversa – ha detto Francesco –. È un sogno che richiede audacia, infatti sono gli audaci a cambiare il mondo e renderlo migliore. Non è volontarismo: è fede, perché la vera novità proviene sempre dalle mani di Dio».

Il secondo verbo indicato dal Papa è “abitare”, che significa amare i territori in cui Dio ci ha posti, evitando la tentazione di fuggire altrove. «Anzi, proprio le periferie possono diventare laboratori di fraternità» – ha aggiunto il Pontefice – sollecitando l’impegno «a chinarsi sulle povertà del nostro tempo: sui giovani che non trovano lavoro, sui cosiddetti Neet, su quelli che soffrono la depressione, su quelli demotivati e stanchi nella vita, su quelli che hanno smesso di sognare un mondo nuovo». Questo – ha sostenuto ancora il Papa – è anche il momento di abitare il sociale, il lavoro e la politica senza paura di sporcarsi le mani. Voi potete dare una mano ad aprire le porte e le finestre delle parrocchie, affinché i problemi della gente entrino sempre più nel cuore delle comunità. Senza temere di abitare i conflitti».

La terza parola chiave indicata da Francesco è il verbo “appassionarsi”. Sulla scia del Vangelo occorre mettere in campo «un “di più” per accompagnare altri giovani a prendere in mano la loro vita, ad appassionarsi al loro futuro, a formarsi competenze adeguate per il lavoro». Vuol dire che il Progetto Policoro dev’essere sempre più «al servizio dei volti concreti, della vita delle persone, soprattutto dei poveri e degli ultimi della nostra società». E qui va ribadito – ha continuato il Pontefice – che «ci si appassiona quando si ha cura della propria interiorità, se non si trascura la spiritualità, se si studia, se si conosce in profondità la dottrina sociale della Chiesa e ci si sforza di tradurla nel concreto delle situazioni.

Infine il quarto e ultimo verbo: accompagnare. «Il Progetto Policoro – ha osservato in proposito il Papa – «è una rete di relazioni umane ed ecclesiali: molte persone si impegnano ad accompagnarvi, le vostre diocesi vi guardano con speranza, e ciascuno di voi è capace di farsi compagno di strada verso tutti i giovani che incontra sul suo cammino. La vostra presenza nei territori diventa così il segno di una Chiesa che sa prendere per mano». Alla scuola del magistero sociale della Chiesa, la vostra presenza nelle diocesi – ha auspicato il Papa – possa aiutare tutti a comprendere che l’evangelizzazione passa anche attraverso la cura per il lavoro. I 25 anni del Progetto Policoro siano una ripartenza: vi incoraggio a “sognare insieme” (Lett. enc. Fratelli tutti, 8) per il bene della Chiesa che è in Italia».

Come noto il Progetto Policoro è organico alla Chiesa italiana, ed è nato con l’obiettivo di dare una risposta concreta al problema della disoccupazione in Italia. Policoro, città in Provincia di Matera, è il luogo dove si svolse il primo incontro il 14 dicembre del 1995 voluto da don Mario Operti. L’iniziativa divenne progetto concreto dopo il Convegno ecclesiale di Palermo. Obiettivo: far sì che giovani formati dal punto di vista spirituale, economico e culturale si potessero mettere al servizio di altri giovani desiderosi di intraprendere un'attività lavorativa. Non stupisce che le prime diocesi ad aderire al Progetto appartenessero alla Puglia, alla Calabria e alla Basilicata. In seguito, il gruppo si è allargato anche al Nord Italia: attualmente sono coinvolte circa 130 diocesi, con quasi 180 animatori di comunità, con il supporto di alcune associazioni, dette filiere. In 25 anni di attività, sono nati più di quattrocento "gesti concreti", ossia imprese, "partite Iva", cooperative, attività commerciali che rappresentano un segno di speranza, soprattutto nelle aree interne oppure in luoghi segnati da una grave crisi lavorativa. La realizzazione di molti progetti lavorativi, inoltre, è stata resa possibile grazie allo strumento del microcredito, promosso da diverse diocesi nell'ambito del Progetto.

La ricaduta sul territorio non è solo in termini di "gesti concreti" generati, ma anche d'impegno formativo verso altri giovani: molti animatori di comunità insegnano nelle scuole a scrivere un curriculum, ad affrontare un colloquio di lavoro o ad acquisire competenze per entrare nel mondo del lavoro. "L'esito culturale - concludono i promotori - non va trascurato. Quando un giovane prende in mano la propria vita e ne fa un capolavoro, l'obiettivo è raggiunto". Per maggiori informazioni: https://www.progettopolicoro.it/

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: