Il balcone da cui si affacciavano i Papi nel Palazzo Pontificio a Castel Gandolfo che oggi è aperto al pubblico per volontà di papa Francesco - Avvenire
Dal furgone bianco vengono scaricati i materassi. E uno dopo l’altro scompaiono oltre i portoni delle Ville Pontificie. Poi è la volta dei tecnici dei condizionatori: anche loro arrivano con il camioncino e si immergono in quella che un cartello definisce “zona extraterritoriale”. «Quando si riapre casa dopo che è rimasta chiusa a lungo, è normale che debba essere risistemata… Vale per noi. Vale per il Papa», scherza la signora che segue chi entra e chi esce dal “Vaticano numero 2”. Definizione di Giovanni Paolo II per raccontare Castel Gandolfo e le sue residenze che da quattrocento anni legano i loro nomi ai soggiorni dei Pontefici. Secoli di buen retiro non intaccano l’attesa che ogni volta si riaccende quando viene ufficializzato il ritorno del Papa nella cittadina a trenta chilometri dalla Basilica di San Pietro. Tanto più se il Pontefice manca da anni. Dodici, se si considera la giornata castellana di Francesco il 14 luglio 2013 per l’Angelus. Sei, tenendo conto di Benedetto XVI che da emerito aveva trascorso qui una parte dell’estate 2019.
La piazza centrale di Castel Gandolfo dove è atteso Leone XIV e dove il Papa reciterà l'Angelus - Avvenire
Da domenica 6 luglio Castel Gandolfo accoglierà Leone XIV. Quindici giorni fuoriporta per il nuovo Papa fino al 20 luglio. Arrivo ipotizzato nel pomeriggio. Poi un’appendice ad agosto: dal 15, solennità dell’Assunzione di Maria che i Papi erano soliti celebrare nella località dei Castelli Romani, al 17 quando il Pontefice rientrerà Oltretevere. Con la sua scelta anticipata da una visita a sorpresa il 29 maggio, Prevost riprende la tradizione papale di passare alcune settimane lontano da Roma e dalla calura che l’assedia.
Don Tadeusz Rozmus, parroco della parrocchia pontificia di Castel Gandolfo - Avvenire
«Qui ci sono cinque o sei gradi in meno. Poi ci troviamo a cinquecento metri di altezza. E, da un lato, si vede il mare; dall’altro, siamo affacciati sul lago di Albano», racconta don Tadeusz Rozmus. Originario della Polonia guida la parrocchia pontificia nel cuore della cittadina. Quella concepita da Alessandro VII che ne aveva affidato la costruzione a Bernini e l’aveva intitolata al santo agostiniano Tommaso da Villanova. E quella dove Leone XIV celebrerà la Messa domenica 13 luglio. «Saranno al massimo duecento i fedeli che potranno entrare. Poi ci saranno maxi-schermi all’esterno», anticipa il sacerdote. La chiesa si affaccia in piazza della Libertà dove domina la facciata del Palazzo Pontificio voluto da Urbano VIII che ha accolto anche gli ultimi Papi e che Francesco ha aperto al pubblico facendone un polo culturale: compreso l’appartamento pontificio che è stato utilizzato l’ultima volta da Ratzinger.
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Villa Barberini a Castel Gandolfo che dovrebbe accoglie Leone XIV - Reuters
Stanze che, quindi, non potranno ospitare Leone XIV. La sua dimora sarà Villa Barberini, almeno secondo le indiscrezioni di paese e il presidio dei carabinieri che già la sorveglia. Tre piani all’altro capo della via che parte dalla piazza del Palazzo Pontificio e taglia il centro storico. Settecento metri la distanza in linea d’aria. Ma tutto collegato dalla tenuta di 55 ettari che forma il complesso delle Ville Pontificie. Ben più esteso della Città del Vaticano che si ferma a 44 ettari. E più discreto e riparato. Ultimi preparativi per risistemarla. E sopralluogo fuori programma del Papa giovedì per esaminare lo stato dei lavori.
L'attesa del Papa nella piazza centrale di Castel Gandolfo di fronte al Palazzo Pontificio - Avvenire
«Periodo di riposo», è la dizione ufficiale della trasferta “leonina”. «Ma la storia ci dice che quello a Castel Gandolfo è anche un periodo di lavoro per il Pontefice: favorito dalla tranquillità, dal clima temperato, dalla possibilità di incontri riservati - spiega don Rozmus -. Non è un caso che qui siano state concepite diverse encicliche. Siamo un luogo che aiuta i Vescovi di Roma a elaborare nuove idee da portare in Vaticano. Poi lo dobbiamo ammettere: le Ville garantiscono una libertà di movimento che contribuisce anche al benessere fisico». Opportunità interessante per un Papa di 69 anni, come Leone XIV, che è appassionato di sport e anche nei due anni da prefetto del Dicastero per i vescovi aveva continuato a giocare a tennis e a frequentare la palestra. «Non c’è da scandalizzarsi se il Papa farà footing e si cimenterà in qualche partita - sostiene il parroco -. Inoltre c’è la piscina: perché non usarla? Come dice il proverbio, l’esercizio fisico regolare è un eccellente medico. E non dimentichiamoci che Giovanni Paolo II nuotava o correva nei giardini».
I giardini delle Ville Pontificie a Castel Gandolfo - Avvenire
Giardini su cui si proietta anche Villa Barberini e dove sono conservati i resti romani di quella che era la “dacia” dell’imperatore Domiziano, fra cui il criptoportico che nel 1944 aveva protetto dai bombardamenti gli sfollati di guerra rifugiati nelle Ville. Terrazze verdi avvolte dalla brezza e dal frinire delle cicale, che Francesco ha voluto aprire ai visitatori grazie al Borgo Laudato si’ dove mercoledì 9 luglio Leone XIV celebrerà in forma privata la prima Messa per la custodia della creazione da lui approvata. E a due passi rimane anche il piccolo chiosco in cui i Pontefici si fermavano per ristorarsi durante le loro passeggiate.
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Alberto De Angelis, sindaco di Castel Gandolfo - Reuters
«Certo, può sempre accadere che il Papa decida di camminare anche per le vie di uno dei borghi più belli d’Italia», confida il sindaco Alberto De Angelis. «Comunque non sarà una località blindata. Al massimo abbiamo dovuto fermare alcuni cantieri pubblici per ragioni di sicurezza. Ma vogliamo che tutti possano partecipare all’abbraccio che intendiamo tributare al Pontefice. Lui fa parte della comunità». Pronti i metal detector da collocare agli ingressi del paese nelle giornate degli eventi pubblici del Papa: quelle in cui l’appuntamento centrale sarà l’Angelus. Leone XIV non lo reciterà nel cortile interno del Palazzo Pontificio, come raccontano le foto storiche che lo mostrano colmo di pellegrini mentre il Papa si affacciava dal balcone del suo appartamento. Guiderà la preghiera mariana direttamente in piazza della Libertà, di fronte al grande stabile diventato museo.
Il Palazzo Pontificio a Castel Gandolfo dove si trova l'appartamento pontificio che oggi è aperto al pubblico - Avvenire
«Il museo è uno dei regali che Francesco ha fatto a Castel Gandolfo», afferma il sindaco, quasi a voler sfatare la leggenda metropolitana dei dissapori con papa Bergoglio per la sua rinuncia alla villeggiatura estiva. «Lui ha messo a disposizione di tutti uno scrigno d’arte che ogni anno è visitato da 200mila persone. E poi ha promosso il Borgo Laudato si’ che con il centro di alta formazione è un richiamo profetico alla salvaguardia dell’ambiente. Come i Pontefici del passato, anche Francesco ha contribuito alla crescita della città».
Il saluto di benvenuto a Leone XIV nella parrocchia pontificia di Castel Gandolfo - Avvenire
Visione condivisa da don Rozmus che precisa: «In quattro secoli abbiamo avuto una trentina di Papi e solo la metà ha dimorato qui». Sul portone della chiesa un manifesto dà già il benvenuto a Leone XIV. «Stiamo ripulendo gli ambienti, ma anche i cuori», avverte. Lui è salesiano. Perché da quasi un secolo la parrocchia pontificia è affidata alla famiglia religiosa di don Bosco per volere di Pio XI. «Pontificia non vuol dire soltanto che ha la cura pastorale di chi lavora nelle Ville, ma anche dei turisti che le visitano e che in molti casi scelgono di celebrare fra noi il loro matrimonio, dei vacanzieri che in estate si riversano intorno al lago, persino dei motociclisti che da prete biker considero un ambito di evangelizzazione. Siamo chiamati a testimoniare Cristo fra la gente: ce lo chiede Leone; ce lo ripeteva Francesco».