lunedì 23 gennaio 2023
Francesco sollecita a non dimenticare la malattia che colpisce ancora in tanti, soprattutto nei luoghi più disagiati
Il Papa: non scartiamo i malati di lebbra, costruiamo una società inclusiva

Vatican Media

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“La lebbra, nota anche come morbo di Hansen, è una delle malattie più antiche della storia umana”, e “lo stigma legato alla lebbra continua a provocare gravi violazioni dei diritti umani in varie parti del mondo”.

A denunciarlo è il Papa, nel messaggio inviato ai partecipanti al II Simposio sulla malattia di Hansen, in corso oggi e martedì a Roma, presso l’Istituto Patristico Augustinianum. “Non possiamo dimenticare questi nostri fratelli e sorelle. Non dobbiamo ignorare questa malattia, che purtroppo colpisce ancora tanti, specialmente in contesti sociali più disagiati”, l’appello di Francesco, che esorta a “rivedere i nostri modelli di sviluppo e denunciare e cercare di correggere le discriminazioni che essi provocano”.

“Questa è un’occasione propizia per rinnovare il nostro impegno di costruire una società inclusiva, che non lasci nessuno ai margini”, la tesi del Papa, secondo il quale “alla denuncia deve accompagnarsi sempre la proposta, come sintesi tra il bene che silenziosamente già esiste e visioni profetiche, capaci di ispirare una carità strutturata e una convivenza più giusta”. “In questo è prezioso il vostro contributo, lo stimolo e l’aiuto che date alle Chiese locali, perché siano a fianco di chi è scartato e sappiano accompagnare fattivamente processi di inclusione e di sviluppo umano integrale”, l’omaggio di Francesco.

Dobbiamo chiederci come collaborare al meglio con le persone affette da lebbra, trattandole pienamente come persone, riconoscendole quali protagoniste principali nella loro lotta per partecipare dei diritti umani fondamentali e vivere come membri a pieno titolo della comunità”, la proposta, unita all’auspicio che “questo convegno contribuisca a raccogliere le voci da tutto il mondo e discutere le misure che possono essere adottate per promuovere ulteriormente il rispetto della dignità umana”.

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