martedì 1 novembre 2022
Francesco ha definito le beatitudini «carta d'identità dei santi». E ha proposto una riflessione su "Beati gli operatori di pace", esortando a pregare perché finisca la guerra in Ucraina
Papa Francesco all'Angelus

Papa Francesco all'Angelus - Ansa / Vatican Media

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"Oggi, festeggiando tutti i Santi, potremmo avere un'impressione fuorviante: potremmo pensare di celebrare quelle sorelle e quei fratelli che in vita sono stati perfetti, sempre lineari, precisi, 'inamidati'", ha detto papa Francesco all'Angelus. Invece, "il Vangelo di oggi smentisce questa visione stereotipata, questa 'santità da immaginetta'". Infatti, ha proseguito il Pontefice, "le Beatitudini di Gesù (cfr Mt 5,1-12), che sono la carta d'identità dei santi, mostrano tutto l'opposto: parlano di una vita controcorrente, di una vita rivoluzionaria! I santi sono i veri rivoluzionari". IL TESTO INTEGRALE

"Prendiamo ad esempio una beatitudine, molto attuale: 'Beati gli operatori di pace' (v. 9), e vediamo come la pace di Gesù sia molto diversa da quella che immaginiamo", ha osservato.

"Tutti desideriamo la pace - ha osservato Francesco -, ma spesso quello che vogliamo è stare in pace, essere lasciati in pace, non avere problemi ma tranquillità". "Gesù, invece, non chiama beati quelli che stanno in pace, ma quelli che fanno la pace, i costruttori, gli operatori di pace. Infatti, la pace va costruita e come ogni costruzione richiede impegno, collaborazione, pazienza".

"Noi siamo portati a credere che la pace arrivi con la forza e la potenza", ma "la pace non si raggiunge conquistando o sconfiggendo qualcuno, non è mai violenta, non è mai armata" ha ribadito Francesco.

"Come si fa allora a diventare operatori di pace?", ha chiesto. "Prima di tutto occorre disarmare il cuore - ha osservato -. Sì, perché siamo tutti equipaggiati con pensieri aggressivi e parole taglienti, e pensiamo di difenderci con i fili spinati della lamentela e con i muri di cemento dell'indifferenza. E questo non è pace, questa è guerra! Il seme della pace chiede di smilitarizzare il campo del cuore".

"Essere operatori di pace, essere santi, non è capacità nostra, è dono di Gesù, è grazia" ha ricordato il Papa.

"Guardiamoci dentro e chiediamoci - ha esortato -: siamo costruttori di pace? Lì dove viviamo, studiamo e lavoriamo, portiamo tensione, parole che feriscono, chiacchiere che avvelenano, polemiche? Oppure apriamo la via della pace: perdoniamo chi ci ha offeso, ci prendiamo cura di chi si trova ai margini, risaniamo qualche ingiustizia aiutando chi ha di meno? Questo si chiama costruire la pace".

E alla domanda "conviene vivere così? Non è perdente?", Francesco ha risposto che gli operatori di pace "nel mondo sembrano fuori posto, perché non cedono alla logica del potere e del prevalere, in Cielo saranno i più vicini a Dio, i più simili a Lui". "Ma, in realtà - ha aggiunto -, anche qui chi prevarica resta a mani vuote, mentre chi ama tutti e non ferisce nessuno vince".

"La Vergine Maria, Regina di tutti i santi, ci aiuti a essere costruttori di pace nella vita di ogni giorno", ha concluso il Papa introducendo la preghiera mariana.

L'appello per l'Ucraina e la preghiera per i defunti

"Per favore non dimentichiamoci della martoriata Ucraina, preghiamo per la pace, preghiamo perché in Ucraina ci sia la pace", ha detto Francesco al termine dell'Angelus.

"La giornata di domani è dedicata alla Commemorazione di tutti i fedeli defunti", ha ricordato inoltre il Papa. "Oltre a compiere la tradizionale visita alle tombe dei nostri cari, invito a ricordarli nella preghiera di suffragio, specialmente durante la Santa Messa".

Domani il Papa presiederà alle 11, all'Altare della Cattedra della Basilica di San Pietro, la messa in suffragio dei cardinali e vescovi defunti durante l'anno. E alle 12.30 guiderà un momento di preghiera nel Campo Santo Teutonico, in Vaticano.

Il viaggio in Bahrein "all'insegna del dialogo"

Francesco ha ricordato anche che giovedì 3 partirà per il viaggio apostolico in Bahrein per promuovere il dialogo tra oriente e occidente, tra le grandi religioni, in un mondo che ha bisogno di pace. "Dopodomani partirò per un viaggio apostolico nel Regno del Bahrein, dove mi tratterrò fino a domenica", ha spiegato. "Già da ora desidero salutare e ringraziare di cuore il Re, le Autorità, i fratelli e le sorelle nella fede, e tutta la popolazione del Paese, specialmente quanti da tempo stanno lavorando alla preparazione di questa visita".

Sarà un viaggio, ha sottolineato il Papa, "all'insegna del dialogo: parteciperò infatti a un Forum che tematizza l'imprescindibile necessità che Oriente e Occidente si vengano maggiormente incontro per il bene della convivenza umana; avrò l'opportunità di intrattenermi con rappresentanti religiosi, in particolare islamici. Chiedo a tutti di accompagnarmi con la preghiera, perché ogni incontro e avvenimento sia un'occasione proficua per sostenere, in nome di Dio, la causa della fraternità e della pace, di cui i nostri tempi hanno estremo e urgente bisogno".

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