lunedì 29 maggio 2023
Non lasciarsi sedurre dal divisore del Maligno ma invocare il dono di unità dello Spirito, capace di creare armonia nel mondo, nella Chiesa e nel cuore di ciascuno
Il Papa: lo Spirito Santo porta la pace

ANSA

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Attinge a Sant’Agostino e a San Basilio, Papa Francesco, per spiegare la potenza dei doni dello Spirito Santo. “Armonia” è il frutto che riassume la sua azione, contro ogni forma di confusione, dispersione, disordine. "Questo modo d’agire lo vedremo sempre, nella vita della Chiesa", aggiunge il Papa a braccio.

Oggi nel mondo c’è tanta discordia, tanta divisione. Siamo tutti collegati eppure ci troviamo scollegati tra di noi, anestetizzati dall’indifferenza e oppressi dalla solitudine. Tante guerre - pensiamo alle guerre! -, tanti conflitti: sembra incredibile il male che l’uomo può compiere!

Nell’opera creatrice di Dio lo Spirito agisce per l’unità, mentre il maligno prova "gioia" degli antagonismi. Sì, a precedere ed eccedere il nostro male, la nostra disgregazione, c’è lo spirito maligno che «seduce tutta la terra» (Ap 12,9). Egli gode degli antagonismi, delle ingiustizie, delle calunnie. E, di fronte al male della discordia, i nostri sforzi per costruire l’armonia non bastano. Ecco allora che il Signore, al culmine della sua Pasqua, al culmine della salvezza, riversa sul mondo creato il suo Spirito buono, lo Spirito Santo, che si oppone allo spirito divisore perché è armonia, Spirito di unità che porta la pace. Invochiamolo ogni giorno sul nostro mondo!

Spirito che non comincia da un progetto strutturato, come faremmo noi, che spesso poi ci disperdiamo nei nostri programmi; no, Lui inizia elargendo doni gratuiti e sovrabbondanti. Infatti a Pentecoste, sottolinea il testo, «tutti furono colmati di Spirito Santo» (At 2,4). Tutti colmati, così comincia la vita della Chiesa: non da un piano preciso e articolato, ma dallo sperimentare il medesimo amore di Dio. Lo Spirito crea armonia così, ci invita a provare stupore per il suo amore e per i suoi doni presenti negli altri.


Il Sinodo deve essere un cammino secondo lo Spirito. Inevitabile per Papa Francesco fare riferimento al percorso sinodale in atto che, ribadisce, deve essere animato dal soffio dello Spirito, da chiedere e ascoltare, da porre al principio e al cuore dei lavori. Il Sinodo non deve essere un parlamento per reclamare diritti e bisogni secondo l’agenda del mondo, non l’occasione per andare dove porta il vento, ma l’opportunità per essere docili al soffio dello Spirito.

Con lo Spirito vivificante, l’amore del Signore ci conquista e la speranza rinasce, sottolinea il Papa che invita: “Costruiamo armonia nella Chiesa!”. E aggiunge: “Se vogliamo armonia cerchiamo Lui, non dei riempitivi mondani. Invochiamo lo Spirito Santo ogni giorno, iniziamo ogni giornata pregandolo, diventiamo docili a Lui!”. Senza di Lui la Chiesa è inerte, la fede è solo una dottrina, la morale solo un dovere, la pastorale solo un lavoro. E tante volte sentiamo tanti cosiddetti pensatori, teologi che ci danno dottrine fredde, sembrano matematiche, perché manda lo Spirito dentro.

Lasciarsi plasmare dallo Spirito, raccomanda ancora Francesco, aldilà dei nostri giudizi affrettati e delle nostre resistenze a promuovere riconciliazione e comunione, al di là di tutte le nostre possibili testardaggini. Come d'abitudine fa il Pontefice per aiutare a interiorizzare i nuclei del messaggio evangelico, pone alcune domande: "Il mio modo di vivere la fede è docile allo Spirito o è testardo? Testardo alle lettere, testardo alle cosìddette dottrine che soltanto sono espressione fredde di una vita?". Ancora l'invito a chiedere che lo Spirito venga, in abbondanza. Perché lo Spirito "armonizza i cuori lacerati dal male, frantumati dalle ferite, disgregati dai sensi di colpa". Ancora, a braccio: "Promuovo riconciliazione e creo comunione, o sempre sto cercando, ficcando il naso dove ci sono difficoltà per sparlare, per dividere, per distruggere? Perdono, promuovo riconciliazione, creo comunione? Se il mondo è diviso, se la Chiesa si polarizza, se il cuore si frammenta, non perdiamo tempo a criticare gli altri e ad arrabbiarci con noi stessi, ma invochiamo lo Spirito".

IL TESTO INTEGRALE DELL'OMELIA

AL REGINA COELI

Prima della preghiera del Regina Coeli, il Papa ha sottolineato che nella Pentecoste i discepoli, chiusi nel cenacolo perché sconvolti dalla morte di Gesù e senza speranza, ricevono lo Spirito Santo dal Risorto e annunciano la buona notizia senza più paura. Anche a noi, paralizzati dalla paura dell’altro, dello straniero e persino di Dio, lo Spirito porta la vicinanza del Signore, “illumina il cammino e sostiene nelle avversità”


Dopo il Regina Coeli
Francesco, dopo la recita del Regina Coeli, dedica le sue prime parole ad Alessandro Manzonii”, nel 150.mo anniversario della morte, definendolo “una delle figure più alte della letteratura”, che nel suo capolavoro descrive poveri e sofferenti come “sostenuti anche dalla vicinanza dei pastori fedeli della Chiesa”.

Appello di Francesco alla solidarietà per Myanmar e Bangladesh colpiti dal ciclone, alle prese con i danni devastanti del ciclone Mocha. Si favorisca l'accesso umanitario, implora il Pontefice, che ricorda anche le condizioni già assai precarie in cui versano i tanti Rohingya

IL TESTO INTEGRALE DELLA PAROLE DEL PAPA

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