lunedì 5 febbraio 2024
Nel 5° anniversario del Documento sulla fratellanza umana, (firmato dal Pontefice e del grande imam di al-Azhar), Francesco riflette sulla cause che la ostacolano, a partire dall'ignoranza dell'altro
I vincitori dell'edizione 2024 del premio Zayed

I vincitori dell'edizione 2024 del premio Zayed - Vatican Media

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Ignoranza degli altri, mancanza di ascolto e di flessibilità intellettuale. Sono questi difetti, secondo il Papa, i mali che minano alle radici la convivenza e la fraternità. Il Papa lo scrive nel Messaggio inviato al IV Congresso internazionale della piattaforma universitaria di ricerca sull’islam, in corso fino al 7 febbraio ad Abu Dhabi. Punto di partenza, l’anniversario del Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune, firmato proprio ad Abu Dhabi il 4 febbraio 2019 dal Pontefice stesso e dal grande imam di al-Azhar, il leader sunnita Ahmed Al-Tayyeb. Ma i nemici spirituali del dialogo e dell’incontro possono essere vinti, aggiunge il Papa nel suo messaggio, assumendo atteggiamenti di segno opposti. Si tratta cioè di «conoscere gli altri, di costruire fiducia reciproca, di cambiare l’immagine negativa che possiamo avere su un altro». Tuttavia, naturalmente, il risultato non è immediato: bisogna «prendersi il tempo per ascoltare, per ascoltare il mio fratello diverso» – aggiunge Francesco -. Occorre «ascoltare prima di parlare». Perché la sana convivenza parte dall’attenzione verso chi abbiamo davanti, senza pregiudizi ma in spirito di fraternità. Di qui l’importanza di un progetto educativo. «Abbiamo chiesto che il Documento sulla fratellanza umana diventi oggetto di ricerca e di riflessione in tutte le scuole, nelle università e negli istituti di istruzione e formazione – prosegue il Pontefice -, al fine di contribuire a creare nuove generazioni che portino il bene e la pace e difendano il diritto ovunque degli oppressi e degli ultimi. Mi congratulo quindi vivamente con gli organizzatori di questo incontro accademico per il luogo e il tema scelto, “Impatto e prospettive del Documento”, in cui la fraternità e la convivenza sono messe in discussione dalle ingiustizie e dalle guerre che sono sempre sconfitte dell'umanità”. Alla piattaforma universitaria, il cui congresso come detto finirà il 7 febbraio, partecipano 180 studiosi e ricercatori di 27 Paesi diversi.

Il Papa e il grande imam di al-Azhar

Il Papa e il grande imam di al-Azhar - Vatican Media

Il quinto anniversario del documento firmato il 4 febbraio 2019 è risuonato anche in un altro messaggio inviato dal Papa e destinato al giudice Mohamed Abdelsalam, segretario generale del Premio Zayed per la Fratellanza umana e del Consiglio musulmano degli anziani, in occasione del "Majlis (cioè assemblea) della Fratellanza umana" che si tiene presso la Casa della Famiglia Abramitica (Abrahamic family house) di Abu Dhabi, struttura che comprende una chiesa cattolica, una moschea e una sinagoga. Se «è incoraggiante vedere che il cammino di dialogo, di amicizia e di stima reciproca iniziato ad Abu Dhabi cinque anni fa continua a dare i suoi frutti», scrive il Pontefice nella traduzione diffusa da Vatican news, «gli effetti di un’assenza di solidarietà fraterna» provocano «distruzione ambientale» e «degrado sociale» determinando «immense sofferenze a un gran numero di nostri fratelli e sorelle». Risulta indispensabile dunque «richiamare l'attenzione sui principi che possono guidare l'umanità attraverso le ombre oscure dell'ingiustizia, dell'odio e della guerra verso la luminosità di una comunità mondiale». Tra queste buone pratiche ci sono «l'amore tollerante per chi è diverso, l'attenzione genuina per i poveri e i malati, soprattutto i bambini, e il desiderio di aiutare la riabilitazione dei detenuti e il loro reinserimento nella società». Atteggiamenti che si ritrovano nei vincitori del premio Zayed per la fratellanza umana, ispirato al documento firmato dal Papa e dal grande imam di al-Azhar. Il riconoscimento, giunto alla quinta edizione verrà consegnato oggi, sempre ad Abu Dhabi, alle organizzazioni indonesiane Nahdlatul Ulama e Muhammadiyah (che vantano oltre 190 milioni di aderenti), al cardiochirurgo egiziano di fama mondiale Magdi Yacoub (che cura spesso gratuitamente i poveri) e alla religiosa cilena suor Nelly León, presidente e cofondatrice dell’associazione “Mujer Levantate” impegnata nell’assistenza delle donne detenute.

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