lunedì 8 aprile 2024
La piccola delegazione è a Roma con il ministro degli esteri dello Stato ebraico Katz. Al Regina Coeli Francesco ha chiesto di favorire ogni gesto che renda possibili i negoziati. Anche in Ucraina
Il Papa al Regina Coeli

Il Papa al Regina Coeli - Ansa

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Ancora una volta, come quotidianamente fa dall’inizio dei conflitti, il Papa è tornato a chiedere di pregare senza sosta per la pace. «Una pace – ha detto il Pontefice al Regina Coeli - giusta e duratura, in particolare per la martoriata Ucraina e per la Palestina e Israele. Lo Spirito del Signore risorto – ha aggiunto Francesco - illumini e sostenga quanti lavorano per diminuire la tensione e favorire gesti che rendano possibili i negoziati. Che il Signore dia ai dirigenti la capacità di fermarsi un po’ per trattare, per negoziare».
In precedenza, il Papa si era soffermato sul significato della Domenica della Divina misericordia, istituita da Giovanni Paolo II nella seconda Domenica di Pasqua. In particolare, commentando il Vangelo, Francesco ha riflettuto su cosa significhi “avere la vita”. C’è, per esempio, «chi riduce l’esistenza a una corsa frenetica per godere e possedere tante cose: mangiare e bere, divertirsi, accumulare soldi e roba, provare emozioni forti e nuove, e così via». Si tratta di una strada a prima vista piacevole ma che non sazia il cuore, «perché seguendo le strade del piacere e del potere non si trova la felicità. Restano infatti senza risposta tanti aspetti dell’esistenza come, ad esempio, l’amore, le esperienze inevitabili del dolore, del limite e della morte. E poi – continua il Pontefice -rimane inappagato il sogno che ci accomuna tutti: la speranza di vivere per sempre, di essere amati senza fine».
La via da seguire allora è un’altra. Occorre «fissare lo sguardo su Gesù crocifisso e risorto, incontrarlo nei Sacramenti e nella preghiera, riconoscerlo presente, credere in Lui, lasciarsi toccare dalla sua grazia e guidare dal suo esempio, sperimentare la gioia di amare come Lui. Ogni incontro con Gesù – ha spiegato il Papa - ci permette di avere più vita. Cercare Gesù, lasciarci incontrare – perché Lui ci cerca! –, aprire il cuore all’incontro con Gesù». Tuttavia, questo stile di vita si fonda sulla fede nella potenza della risurrezione di Gesù. Di qui la domanda: «credo che Gesù è risorto? Credo nella sua vittoria sul peccato, sulla paura e sulla morte? Mi lascio coinvolgere nella relazione con il Signore, con Gesù? E mi lascio spingere da Lui ad amare i fratelli e le sorelle e a sperare ogni giorno? Ognuno – ha concluso Francesco invitando alla riflessione personale - pensi a questo».
Tornando al conflitto in Terra Santa questa mattina il Pontefice incontra in Vaticano i familiari di cinque ostaggi israeliani nelle mani di Hamas. Si fratta di una delegazione che accompagna il ministro degli esteri dello Stato ebraico Israel Katz, che vedrà anche il segretario per i Rapporti con gli Stati monsignor Paul Richard Gallagher. In una nota lo stesso Katz ringrazia il Pontefice «per aver risposto alla richiesta di incontrare le famiglie dei rapiti per rafforzarle e sostenere il ritorno dei sequestrati a casa. Il sostegno del Papa - aggiunge il ministro - ha un grande peso morale e pratico, e sono convinto contribuirà al ritorno a casa dei sequestrati».

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