venerdì 9 maggio 2025
La squadra di baseball del cuore, l'infanzia nel South Side, la madre bibliotecaria di origine afroamericane: l'infanzia di un Pontefice
Il futuro Papa Leone XIV (a sinistra) con il fratello John in una immagine pubblicata su Facebook dalla Saint Gabriel Catholic School

Il futuro Papa Leone XIV (a sinistra) con il fratello John in una immagine pubblicata su Facebook dalla Saint Gabriel Catholic School - ANSA

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Così come papa Francesco aveva la sua squadra di calcio del cuore, il San Lorenzo de Almagro, così papa Leone XIV, a quanto dicono i suoi amici romani, tifa per la Roma. Ma è nella sua città natale, Chicago, che si è scatenato il derby, in questo caso del baseball, tra Cubs e White Sox. Entrambi i club hanno rivendicato la simpatia di Robert Francis Prevost, anche se il fratello John, parlando con la Abc7, ha indicato i Sox come i preferiti del novello Papa.

E nel South Side di Chicago, la stessa area in cui è cresciuta Michelle Obama, al numero 212 di E 142st Place del sobborgo di Dolton, con le casette di mattoncini intervallate da passaggi a livello, è stato un via vai di giornalisti e di persone curiose di vedere dove tutto è iniziato. Da una casa uguale a tutte le altre, acquistata dai genitori nel 1949 con un mutuo di 42 dollari al mese. Il fratello maggiore John Prevost non si è sottratto alla curiosità: «È stato un momento choccante. Ero al telefono con mia nipote e non riuscivamo a crederci. Poi il cellulare, l’iPad e il telefono di casa sono impazziti».

Leone XIV è il più giovane di tre figli, cresciuti da un padre sovrintendente scolastico e una madre bibliotecaria. «Abbiamo avuto un’infanzia normale. È un po’ strano, ma tutti e tre sapevamo cosa volevamo fare fin da piccoli», ha detto ancora il 71enne ex preside di una scuola cattolica. «Rob sapeva che sarebbe diventato prete da quando ha imparato a camminare», ha raccontato John. «Un vicino una volta gli ha detto che un giorno sarebbe diventato Papa. Una previsione azzeccata, no?». Il fratello del pontefice ha raccontato che alla vigilia dell’inizio del Conclave si sono sentiti al telefono e hanno parlato dell’eventuale nome che avrebbe scelto nel caso fosse stato eletto Papa. «Gli avevo detto di non scegliere Leone perché sarebbe stato 13mo, ma evidentemente ha fatto qualche ricerca».

Il fratello maggiore Louis Martìn, dal canto suo, ha raccontato che l’elezione di Robert Francis è stata «totalmente inaspettata». «Ero sdraiato a letto. Mia moglie mi ha chiamato e ha detto: “Fumo bianco! Fumo bianco!’”. Così ho acceso la tv e ho guardato. Ed è passata quasi un’ora. E quando il cardinale è uscito, e noi stavamo tutti aspettando, e ha detto “Roberto”, ho capito immediatamente. Se fossi stato in piedi, sarei potuto crollare». E poi qualche ricordo intimo: «Quando eravamo piccoli, facevo sempre baccano con i miei due fratelli più piccoli, ma lui era sempre quello santo. E lo prendevamo in giro: “Un giorno diventerai Papa. Sei troppo santo”. Quando è entrato in seminario, è stato tipo… oh wow. E poi un paio d’anni fa, quando il Papa lo ha nominato cardinale, è stato tipo… potrebbe succedere», ha raccontato.

La famiglia Prevost è davvero un crocevia di mondi. I nonni materni, Joseph Martinez e Louise Baquie, secondo il New York Times che cita a suo volta documenti storici, erano di colore e vivevano nel settimo quartiere della città, un’area tradizionalmente cattolica e un crogiolo di persone con radici africane, caraibiche ed europee. La coppia si trasferì a Chicago all’inizio del XX secolo ed ebbero una figlia, Mildred Martinez, la madre del Papa. Le origini del papa sono state scoperte ieri da un genealogista di New Orleans, Jari C. Honora, e confermate al New York Times da John Prevost. «Questa scoperta è solo un ulteriore promemoria di quanto siamo interconnessi come americani», ha detto Honora in un messaggio. «Spero che metta in luce la lunga storia dei cattolici neri, liberi e schiavi, in questo Paese, che include la famiglia del Santo Padre».

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