Il Papa sull’aereo. A destra, l’intervento di Francesco per la chiusura degli Incontri del Mediterraneo a Marsiglia - Ansa
“Con la vita non si scherza, all’inizio e alla fine”. Lo ha detto Papa Francesco nella tradizionale intervista concessa sul volo al rientro dal suo viaggio a Marsiglia. Ecco una sintesi.
Dieci anni fa ha fatto il suo primo viaggio a Lampedusa, anche in questo viaggio ha lanciato lo stesso messaggio sui migranti. Ritiene di aver fallito?
Direi di no. Oggi c’è coscienza del problema migratorio, c’è coscienza che è arrivato a un punto come una patata bollente che non si sa come prendere. Angela Merkel ha detto si risolve andando in Africa e alzare il livello dei popoli africani. Ma ci sono stati casi molto brutti, dove i migranti sono stati spostati come in un ping pong, si sa che finiscono nei lager, finiscono peggio di prima. Conosco il casi di un conosco caso di chi si è suicidato perché non tollerava questa tortura. Alla gente che viene chiedono soldi. E’ una vita terribile. o sentito uno che non voleva salire sun una barca e… bum, bum così è finita la storia. Non possiamo rimandarli indietro. Torno a dire, i migranti vanno accolti, accompagnati, promossi, integrati. Se non puoi integrarlo vai a farlo nel suo paese ma non lasciarlo in mano a questi crudeli trafficanti di persone. C’è chi si dedica a salvare gente in mare, ho invitato al sinodo uno di loro, il capo di mediterranea saving humans (Luca Casarini, ndr), loro ti raccontano storie terribili. Oggi le cose sono migliorate c’è più coscienza. Certe cose prima non si sapevano, non ci dicevano la verità. A noi fa bene conoscere questi drammi, ci renderà più umani e pertanto anche più divini.
Con Macron ha parlato della legge a favore dell’eutanasia che si sta approvando in Francia. E cosa gli ha detto?
Oggi non ne abbiamo parlato, ma lo abbiamo fatto l’altra volta, in Vaticano. Gli ho detto il mio parere, chiaro. Con la vita non si gioca, né all’inizio né alla fine. Nel romanzo Il padrone del mondo del 1903 si fa vedere come andranno le cose: la morte dolce, la selezione prima della nascita… Oggi stiamo attenti con le colonizzazioni ideologiche che rovinano la vita umana. Oggi si cancella la vita dei nonni, sono vecchi non servono. Con la vita non si gioca. Sia con la legge per non lasciare che cresca il bambino nel seno della madre, sia con l’eutanasia per le malattie e la vecchiaia. Non è una cosa di fede, è una cosa umana. C’è la brutta compassione. Con la vita non si gioca.
Lei ha parlato di Ucraina. Come il fatti che la missione di pace del vaticano non riesce a strappare un risultato. C’è frustrazione?
Qualche frustrazione si sente. La segreteria di Stato sta facendo di tutto per aiutare. La missione di Zuppi è andata lì. C’è qualcosa con i bambini che sta andando bene. Questa guerra mi dà idea che è anche un po' interessata non solo per il problema russo ucraina, ma per la vendita delle armi, il commercio delle armi. Il popolo ucraino è un popolo martire. Storicamente. Con Stalin ha sofferto tanto. Ma non dobbiamo giocare col martirio di questo popolo. Dobbiamo aiutarlo a risolvere le cose nel modo più possibile. Nelle guerre il reale è il più possibile, senza farsi illusioni che i due leader in guerra vadano a mangiare insieme. Adesso ho visto che qualche paese si tira indietro, non dà le armi. Comincia un processo dove il martire sarà il popolo ucraino. E questa è una cosa brutta.
(In merito a questa ultima parte della risposta, il direttore della sala stampa vaticana Matteo Bruni ha precisato ai giornalisti che le parole "sono state pronunciate nell'ambito di una riflessione sulle conseguenze del commercio delle armi: il Papa con un paradosso ha sottolineato come chi traffica in armamenti non debba mai pagare le conseguenze delle proprie scelte, ma le lasci pagare a popoli, come quello ucraino, martirizzati").