domenica 6 agosto 2023
La conferenza stampa sul volo da Lisbona a Roma: Francesco conferma di essere in salute e di essere rimasto impressionato dalla grande partecipazione dei giovani alla Gmg
Il Papa sul volo di ritorno da Lisbona

Il Papa sul volo di ritorno da Lisbona - Ansa / Pool

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Papa Francesco è impressionato dalla grande partecipazione di giovani alla Gmg di Lisbona, la meglio organizzata, dice, delle quattro a cui ha preso parte. Conferma di stare bene in salute, di non avere problemi di vista e ribadisce la tolleranza zero contro la “peste tremenda” degli abusi sui minori. Inoltre spiega che andrà a Marsiglia perché lo preoccupa la questione dei migranti specie nei lager del Nord Africa, definito un cimitero ancora più grande del Mediterraneo. Infine sottolinea di aver pregato in silenzio la Madonna a Fatima “senza pubblicità”. E che se ha tagliato alcuni discorsi, è stato perché erano lunghi e lui voleva catturare l’attenzione dei giovani, facendo passare l’essenziale del messaggio. Giovani che sono il futuro e che non bisogna giudicare solo da alcune condotte non rispondenti alla morale.

Sono i temi principali toccati dal Pontefice nella consueta conferenza stampa sull’aereo che nella serata di domenica 6 agosto lo ha riportato a Roma da Lisbona. Conferenza stampa un po’ più breve del solito, data anche la brevità del volo (poco più di tre ore). Ecco qui di seguito una nostra sintesi delle risposte del Papa.

A chi gli chiedeva perché non ha pronunciato la preghiera alla Madonna durante la vista al santuario di Fatima, ha detto: “Ho pregato la Madonna e ho pregato per la pace, ma non ho fatto pubblicità. Dobbiamo continuamente ripetere questa preghiera per la pace. Lei lo aveva chiesto nella I Guerra Mondiale. Non ho fatto pubblicità”.

Quanto poi alla piaga degli abusi, papa Bergoglio ha ricordato di aver ricevuto a Lisbona un gruppo di vittime, dopo il rapporto in cui si parlava di varie migliaia di casi nella Chiesa portoghese. “Abbiamo parlato di questa tremenda peste – ha sottolineato -. L’abuso è come mangiarsi una persona. Parlare con le persone abusate è una esperienza dolorosa. Ma mi fa bene, mi aiuta a farmi carico della questione. E’ un fenomeno grave, grave. Tolleranza zero. E i pastori che non lo hanno fatto devono farsi carico di questa responsabilità. Esorto che siamo aperti. Ora il processo nella Chiesa portoghese va bene e con serietà – ha aggiunto -. Si sta cercando la realtà. A volte i numeri. Sono al corrente di come vanno le cose” Francedsco ha quindi ricordato altri tipi di abusi: nel mondo del lavoro con lo sfruttamento dei bambini, l’abuso delle donne, le menomanioni sessuali della bambine in molti paesi. “Bisogna eliminare – ha detto - la cultura dell’abuso e convertirsi”.

Gli chiedono poi della salute. “La mia salute va bene. I punti me li hanno tolti, faccio vita normale. Porto una fascia, devo portarla per due mesi, fino a che i muscoli siano pronti”. Non ci sono invece problemi di vista. Nella parrocchia di Serafina venerdì a Lisbona, c’era una luce che gli dava fastidio e per questo ha tagliato.

Più in generale sul taglio dei discorsi di questi giorni: “Io quando parlo, tranne che nelle omelie accademiche, questo cerco di farlo, cerco la comunicazione. Anche nella omelie accademiche faccio delle battute per controllare la comunicazione. Con i giovani, i discorsi erano lunghi e ho riassunto i punti essenziali del messaggio, l’idea fondamentale. Io facevo domande e l’eco mi aiutava. I giovani non hanno molto tempo di attenzione. Un’idea, un’immagine e un sentimento, ti possono seguire otto minuti. Nella Evangelii Gaudium ho scritto un lungo capitolo sulla omelia. Le omelie a volte sono una tortura. La Chiesa deve convertirsi in questo aspetto della omelia, breve, chiara, con un messaggio chiaro e affettuoso.

Si parla anche del prossimo viaggio a Marsiglia, il 22 e il 23 settembre. "Sono andato a Strasburgo, andrò a Marsiglia, ma non in Francia. Mi preoccupa il problema Mediterraneo. E’ criminale lo sfruttamento dei migranti. Nei lager del nord Africa. Vi raccomando la lettura di Hermanito “Fratellino”, il libro di un migrante che per venire dalla Guinea in Spagna ha impiegato tre anni perché torturato, sfruttato e schiavizzato. Si può leggere in due ore ma ne vale la pena. C’è il dramma prima di imbarcarsi. Save Humans sta facendo un lavoro per riscattare i migranti che erano stati lasciati a morire nel deserto tra Libia e Tunisia. Nell’incontro di Marsiglia si rifletterà seriamente sul dramma dei migranti. Il Mediterraneo è un cimitero, ma il cimitero più grande è il nord Africa”.
Un giornalista francese gli chiede: “Ma perché non viene in Francia? Ha qualcosa contro la Francia? “No - risponde - Io sto visitando i piccoli paesi, e i grandi li lascio per dopo. Per la fine. Non ho niente contro la Francia”.

Nella domanda del gruppo tedesco gli ricordano che più volte in questo viaggio ha detto: “La Chiesa è aperta a tutti”. Ma allora come mai donne e omosessuali non hanno accesso a tutti i sacramenti?

“Sono due punti di vista diversi – risponde Francesco -. La Chiesa è aperta per tutti, ma c’è una legislazione che regola la vita dentro. Se uno non può ricevere i sacramenti, non vuol dire che la Chiesa sia chiusa. Ognuno incontra Dio per la propria vita nella Chiesa. E la Chiesa è madre e guida tutti per la propria strada. Tutti. E poi ognuno, nella preghiera, con il catechista va avanti. Gli omosessuali? Il Signore parla di tutti, ammalati, giovani e anziani, buoni e cattivi. Ma spesso non si capisce questo inserimento nella Chiesa come madre. La si pensa come una ditta che per entrare devi fare le cose in un modo specifico. Cosa diversa è la ministerialità, che è il modo di portare avanti il gregge. Ma la cosa importante è la pazienza, accompagnare ognuno passo a passo verso la propria via di maturazione. La Chiesa è Madre e riceve tutti e ognuno segue la propria strada”.

Si passa poi ai suoi sentimenti rispetto alla Gmg appena conclusa, la quarta, “dopo Rio, alla brasileira – dice con un sorriso - poi Cracovia, Panama”. “Sono rimasto impressionato dalla quantità dei giovani, più di un milione e mezzo – afferma -. È anche quella preparata meglio. I giovani sono giovani. Cercano di guardare avanti. Sono il futuro. Il problema è saperli accompagnare e che non si stacchino dalle radici. Per questo insisto che dialoghino coi nonni, che è più importante che con i genitori, perché li si attingono le radici.

Per il Papa, inoltre, “i giovani sono religiosi, cercano una fede non gnostica, non legalistica, un incontro con Gesù vero. E questo non è facile. Alcuni dicono: ‘Ma i giovani non fanno vita secondo la morale’. Chi di noi non ha fatto un errore morale nella propria vita, con qualche comandamento? Ma il Signore è misericordioso, è Padre e va oltre tutto”.

Infine una domanda sulla tragedia del suicidio giovanile. “Un problema – risponde il Pontefice - con numeri importanti. I media non ne parlano perché non c’è informazione. Tanti giovani sono angosciati e depressi. In alcuni paesi sono molto esigenti nelle università, i giovani che non riescono a laurearsi o trovare un buon lavoro, si suicidano perché provano una vergogna grande. Non dico che sia di tutti i giorni, ma è un problema”.

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