giovedì 14 dicembre 2023
Il cardinale Czerny, presentando il messaggio del Papa per il 1° gennaio, mette l'accento sui rischi. Padre Lufrani, "Necessario rilanciare la civiltà dell'amore". Caputo: "l'IA sia per tutti"
La Conferenza stampa di presentazione del Messaggio del Papa per la Giornata mondiale della pace

La Conferenza stampa di presentazione del Messaggio del Papa per la Giornata mondiale della pace - Agenzia Romano Siciliani

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L'intelligenza artificiale "sarà la scommessa più sfidante del nostro futuro". Ne è convinto il cardinale Michael Czerny, che oggi ha presentato ai giornalisti il Messaggio del Papa per la 57.ma Giornata Mondiale della Pace, in programma come di consueto nel primo giorno dell'anno. Secondo il prefetto per il Servizio dello Sviluppo umano integrale, il progresso tecno-scientifico non è uno strumento “neutrale” come il martello. "Se un martello contribuisce al bene o al male dipende dalle intenzioni di chi lo usa, non da quelle di chi lo produce. Le tecnologie digitali basate sull'intelligenza artificiale, invece, 'incorporano' i valori individuali e sociali dei loro creatori; successivamente esse riflettono anche i valori dei loro utilizzatori". Per questo è bene essere consapevoli delle potenzialità, ma anche dei rischi. Così come si evince chiaramente dal messaggio di Francesco.

Papa Francesco, ha fatto notare il porporato, "denuncia il 'paradigma tecnocratico', un uso spregiudicato della tecnologia, esclusivamente governato dalla brama di profitto e da interessi di parte. Se è il paradigma tecnocratico l’unica regola che governa l’intelligenza artificiale, questo finirà per causare danni collaterali inauditi: disuguaglianze, ingiustizie, tensioni conflitti. Pertanto, le sfide che pone l’intelligenza artificiale sono tecniche, ma anche antropologiche, educative, sociali e politiche”.

Czerny, citando il Pontefice, ha fatto tre esempi: "Ciò che più ci spaventa è l’uso delle intelligenze artificiali ai fini della guerra. Oltre ad essere sempre più sofisticate e distruttive, queste tolgono la responsabilità umana dalla scena della battaglia. In definitiva, nessuno preme il grilletto o fa cadere la bomba, solo un algoritmo". Ma l'intelligenza artificiale, ha aggiunto il cardinale, "può anche minacciare la giustizia sociale. Nel mondo del lavoro, ad esempio, le 'macchine della conoscenza' e la robotica stanno eliminando sempre più posti di lavoro, con un forte aumento della povertà". Infine "per quanto riguarda l'informazione, ci sono nuovi modi per distorcere deliberatamente le parole e le immagini, per disinformare e manipolare, e questi seriamente mettono in pericolo l'ordine
civile e il governo democratico".

Diventa dunque centrale l'educazione. "Formare coloro che progettano gli algoritmi e le tecnologie digitali affinché siano essi stessi più responsabili; poi educare tutti, soprattutto i giovani, a usare le nuove tecnologie in modo consapevole e al pensiero critico rispetto al loro impatto, soprattutto sui poveri e sull'ambiente".

Secondo il domenicano padre Riccardo Lufrani, professore di teologia delle tecno scienze di teologia morale alla Lumsa, "non ci resta che accogliere l’invito del Papa a contribuire, ognuno nel suo ambito, a garantire che i progressi nello sviluppo di forme di Intelligenza Artificiale “servano in definitiva alla causa della fraternità umana e della pace nel mondo,” cioè a costruire la Civiltà dell’Amore e della Pace".

E dal canto suo anche Barbara Caputo, ordinaria presso il Politecnico di Torino, mettendosi nella prospettiva del Papa ha sottolineato che l’Intelligenza Artificiale "sarà vero progresso per l'umanità solo se la sua conoscenza tecnica approfondita cesserà di essere dominio di pochi. Il Santo Padre ci ricorda che la misura della nostra vera umanità è come trattiamo le nostre sorelle e fratelli più svantaggiati. Rendiamo l'Intelligenza Artificiale vero strumento di pace - ha concluso -, rendendola davvero accessibile e comprensibile a tutti, e perciò davvero frutto del lavoro dell'umanità intera".



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